E’ tutta riposta nei consumi delle festività di dicembre la speranza di recuperare la diminuzione della domanda interna degli spumanti italiani. Mentre le vendite nella distribuzione moderna hanno fatto registrare segnali positivi, sulla base dei dati forniti da SymphonyIRI nel rapporto annuale 2010 del Distretto del Conegliano Valdobbiadene, il dato complessivo nei primi 3 trimestri del 2010 ha fatto registrare, secondo le rilevazioni di Ismea, una significativa diminuzione dei consumi domestici.
In calo consumi spumantistica italiana, ma non per tutte le denominazioni. “E’ vero – commenta Luca Giavi, direttore del Forum Spumanti d’Italia – il dato non è omogeneo tra le diverse denominazioni, ma il segnale fa comunque riflettere specie se si considera che sul mercato italiano, nel 2010, si è assistito ad una ripresa delle produzioni spumantistiche d’oltralpe, a fronte di una perdita molto pesante registrata l’anno precedente”. Considerato che il consumo di spumanti nel mese di dicembre rappresenta, sempre secondo i dati di SymphonyIRI, poco meno di 40% delle vendite annue – dato, anche questo, non omogeneo tra le diverse denominazioni – l’attenzione del mondo produttivo, per i risultati del periodo, è massima.
Se il mercato interno cala, l’export è in crescita. “Lontani dal voler apparire sciovinisti – continua Giavi – invitare i consumatori a valutare la varietà, la qualità e il valore delle produzioni spumantistiche italiane prima di scegliere una bottiglia con cui brindare in occasione delle festività, potrebbe essere un segnale di attenzione per un segmento dell’enologia italiana che in questi anni ha rappresentato una delle eccellenze del nostro export”. Se il mercato interno si contrae, del tutto diverso il segnale per ciò che concerne l’export, secondo i dati disponibili, infatti, nei primi nove mesi dell’anno le esportazioni di spumanti italiani crescono sia in volume + 19% che in valore + 11%. “Si tratta di un dato particolarmente significativo – commenta Giavi – specie se si guarda ad alcuni mercati come quello americano dove si assiste ad un crescita in volume del 11% e del 20% in valore, sintomo di come la spumantistica Italiana non si stia muovendo bene solo dal punto di vista dei volumi scambiati ma riesca, finalmente, a far riconoscere anche economicamente il valore delle proprie produzioni”. Dati particolarmente appariscenti sono quelli fatti registrare dal mercato russo che mantiene saldamente la quarta posizione nell’importazione di spumanti italiani sia a volume che a valore, con una crescita che nei primi 9 mesi dell’anno ha raggiunto un lusinghiero + 115% rispetto all’anno precedente, con una performance che lo porta ben oltre ai volumi e ai valori pre-crisi.
(Fonte: Forum Spumanti d’Italia)
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