• Informativa per i lettori

    Nel rispetto del provvedimento emanato, in data 8 maggio 2014, dal garante per la protezione dei dati personali, si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie. Per un maggiore approfondimento leggere la sezione Cookie Policy nel menu
  • Post più letti

  • Archivio articoli

Coldiretti Verona. Cambio ai vertici, Giuseppe Ruffini è il nuovo direttore.

Giuseppe Ruffini

Giuseppe Ruffini

Cambio ai vertici di Coldiretti Verona. Il nuovo direttore, Giuseppe Ruffini, subentra a Pietro Piccioni chiamato ad assumere la direzione della Federazione regionale del Veneto.

Imprenditore agricole, ruolo in via di trasformazione. Ruffini, 45 anni di Terni, laureato in Scienze Agrarie e sposato con due figli, per quindici anni ha ricoperto il ruolo di Direttore in diverse federazioni italiane, tra cui quella modenese dal 2010 ad oggi, maturando un’ampia esperienza sia tecnica che politica. “Sono entusiasta della nuova nomina a Verona, – ha affermato il neo direttore – provincia di grande spessore imprenditoriale e ricca di eccellenze agroalimentari note in tutto il mondo”. “Il ruolo agricolo dell’imprenditore agricolo oggi è in fase di trasformazione – ha continuato Ruffini – ed è nostra intenzione continuare a mettere a disposizione dei nostri associati gli strumenti necessari per una specializzazione e diversificazione delle loro attività nell’ottica di un reddito più consono al lavoro che svolgono anche a favore della collettività”.

(Fonte: Coldiretti Verona)

La conferenza organizzativa di Confagricoltura Veneto e Friuli-Venezia Giulia

Come può l’associazione degli imprenditori agricoli restare al passo con i tempi per recitare un ruolo non meramente conservativo delle posizioni già acquisite e rappresentare in maniera  attendibile i valori e gli interessi che le sono affidati? Come può aiutare gli imprenditori agricoli ad affrontare una contingenza economica così difficile non rinunciando alla funzione strategica che l’agricoltura comunque rappresenta in una società postmoderna? Una risposta è stata data, nella storica cornice del Castello di San Salvatore di Susegana (Treviso), da Confagricoltura Veneto e Confagricoltura Friuli Venezia Giulia, che, nella loro conferenza organizzativa svoltasi nei giorni scorsi, hanno provato ad analizzare l’oggi per aprirsi verso il futuro.

Intese e sinergie. Come hanno sottolineato i presidenti Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi e Piergiovanni Pistoni, il primo segnale di cambiamento è rappresentato proprio dal fatto che l’iniziativa sia stata condotta insieme dalle due Federazioni regionali; le quali  testimoniano così che il futuro dell’associazione degli imprenditori agricoli non può prescindere dalla ricerca di intese e sinergie fra i suoi diversi livelli territoriali, per mettere insieme le idee, le risorse, le iniziative e dare così maggior forza ed incisività ad una presenza che i tempi richiedono sempre più organizzata. Su questa linea si sono inseriti anche il direttore generale di Confagricoltura Luigi Mastrobuono e il presidente nazionale Mario Guidi. Le loro riflessioni hanno permesso ai presenti di valutare la posizione che le agricolture del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, le cui caratteristiche sono state oggetto di un’accurata analisi da parte dell’esperto Alberto Braghin, potranno occupare nel contesto nazionale e comunitario.

L’importanza di far rete. Mastrobuono ha sottolineato l’importanza dell’aggregazione estesa a tutta la filiera per andare oltre la crisi, perché “non ci si salva da soli ma insieme”, indicando il contratto di rete come lo strumento privilegiato per realizzare sinergie fra gli imprenditori agricoli senza sacrificarne l’autonomia.
Per quanto riguarda il sindacato, Mastrobuono ha affermato che Confagricoltura vuole diventare l’associazione di categoria agricola più innovativa perché “l’innovazione è vincente”, puntando sulla valorizzazione e la circolazione del grande patrimonio di conoscenze e di informazioni che contraddistingue il nostro mondo.

La PAC? Nasce già vecchia. Anche il presidente confederale Mario Guidi ha insistito sul concetto di rete, da applicarsi non solo alle imprese come strumento giuridico che le mette insieme “perché ottengano qualcosa di più di quanto otterrebbero da sole”, ma anche all’interno dell’organizzazione, ove si tratta di collegare i suoi diversi livelli territoriali perché diano vita ad uno scambio continuo di informazioni. L’obiettivo ultimo, ha detto Guidi, è quello di promuovere un modello di organizzazione che si ponga al servizio delle imprese, dando loro risposte adeguate in un momento economico ed istituzionale di grave difficoltà. La nuova PAC, infatti, disporrà di risorse sempre più basse e nasce già vecchia, perché punta ancora sul disaccoppiamento, sistema sbagliato quanti altri mai perché non tiene conto delle capacità dell’imprenditore e delle esigenze produttive di ogni singolo Paese. Il quadro nazionale, a sua volta, si contraddistingue per una diffusa indifferenza verso le sorti dell’impresa agricola, da un lato stretta da una pesantissima morsa fiscale che si è riusciti ad allentare solo temporaneamente, dall’altro priva di qualunque misura orientata allo sviluppo. Ma della politica, ha concluso il presidente nazionale di Confagricoltura, abbiamo ancora bisogno e “dobbiamo aiutarla a ricostruire i suo fondamentali”.

(Fonte: Confagricoltura Veneto)

Confartigianato Imprese del Veneto, ARGAV incontra il neo presidente Giuseppe Sbalchiero e la nuova Federazione alimentazione

Mestre, 12 gennaio 2012, il direttivo ARGAV festeggia con il neo presidente Giuseppe Sbalchiero e la nuova Federazione Alimentazione di Confartigianato Imprese Veneto

(di Marina Meneguzzi, socio ARGAV) “Il mangiar bene è un valore di grande importanza, non solo nutrizionale ma anche dal punto di vista socio-economico e di questi tempi conforta il fatto che il nostro settore alimentazione è uno dei pochi comparti che non conosce crisi e che anzi, seppur di poco, presenta una continua crescita”. A dirlo è Giuseppe Sbalchiero, neo presidente di Confartigianato Imprese Veneto, incontrato lo scorso 12 gennaio in occasione del direttivo ARGAV, ospitato nella sede – in via di ristrutturazione – a Mestre dell’associazione grazie al socio Andrea Saviane, che di Confartigianato Veneto cura la comunicazione. Durante l’incontro, il direttivo ha avuto occasione di incontrare anche la nuova Federazione Alimentazione, presieduta da Vasco Mazzari, che ha annunciato le prossime iniziative.

In primavera, prodotti tipici veneti promossi a Bruxelles. Tradizione, qualità, innovazione e professionalità rappresentano le “pietre miliari” su cui fonda il lavoro quotidiano degli artigiani alimentaristi veneti. Che avranno modo la prossima primavera di vedere realizzato un progetto, iniziato con la presidenza precedente di Giacomo Deon e concretizzatosi con la presidenza Mazzari, per promuovere i prodotti tipici veneti in una sede prestigiosa come il Parlamento Europeo a Bruxelles. Durante la seduta plenaria prevista tra il 21 e il 23 marzo 2012, i 1800 parlamentari europei avranno modo di gustare una prima colazione e una cena “made in Veneto”, la prima a base di dolci tipici e la cena a base di salumi e formaggi, pasta party, ovvero 7 diversi piatti di pasta preparati dai cuochi provenienti delle 7 province venete in abbinamento ai vini di ciascuna zona e, come secondo, baccalà preparato in diverse tipologie.

Dagli eventi in Veneto al portale Itinerari del Gusto. Dopo l’evento di Bruxelles, sempre la prossima primavera, il gruppo alimentazione di Confartigianato Veneto organizzerà in ogni provincia veneta delle cene-evento in cui cuochi e artigiani  si produranno insieme in pietanze che esalteranno al massimo la varietà e la qualità dei prodotti gastronomici di ciascun territorio. Prevista nel 2012 anche l’attivazione di un portale “Itinerari del Gusto” dedicato a ciò che di bello e buono si produce in Veneto e collegato al portale turistico della Regione. In particolare, saranno suggeriti itinerari per vedere, gustare e acquistare prodotti legati all’abbigliamento, alla produzione artistica e all’alimentazione. Infine, a ottobre 2012, la federazione alimentazione organizzerà degli eventi gastronomici a carattere ludico-divulgativo all’interno della fiera Sapori Italiani e Sapori Alpini che si terrà a Belluno.

Una brutta abitudine. A difesa della pasta fresca veneta arriva la denuncia di Luca Da Corte, presidente del Mestiere Pastai della federazione alimentazione di Confartigianato Veneto, che lancia l’allarme su pastai provenienti da altre regioni italiane che vendono nelle nostre località paste tipiche venete, come è successo ad esempio a Natale a Cortina con i casunziei, tortelli tipici della città ampezzana, ad un prezzo minore ma a scapito di qualità e originalità del prodotto. Occhio dunque all’etichetta!

Mestre, 12 gennaio 2012, il direttivo ARGAV ospite di Confartigianato Imprese Veneto

Dalla guida dell’associazione di Vicenza a quella della Confartigianato Imprese Veneto. Giuseppe Sbalchiero, vicentino, sessantenne, sposato con due figli, è titolare dal 1971 di un’impresa edile specializzata nella finitura e nel restauro. È attivo nell’Associazione Artigiani della provincia di Vicenza fin  dal 1980. L’elezione di Sbalchiero a presidente di Confartigianato Imprese Veneto (oltre 62 mila iscritti, 147 sedi e 1.400 addetti) è avvenuta il 16 marzo scorso nell’ambito della  Consulta dei Presidenti, insieme all’elezione dei due nuovi vicepresidenti, Ferdinando Albini, vicario, di Verona e Giacomo Deon di Belluno e del nuovo segretarioPatrizio Morettin.

La nuova Federazione Alimentazione. Tra giugno e luglio dello scorso anno la Confartigianato Imprese Veneto ha provveduto anche al rinnovo di tutti i mestieri e delle federazioni che compongono la variegata divisione categorie. Un rinnovo che ha portato ad una nuova classe dirigente che governerà le attività per i prossimi 4 anni sino al 2014. La Federazione Regionale Alimentazione è capitanata, come si è detto, da Vasco Mazzari, presidente dei cioccolatieri e titolare dell’omonima pasticceria di Padova condotta insieme al fratello Maurizio. Un altro padovano, il trentenne Luca Tacchin, che gestisce la Pizzeria Da Luca a Tribano (PD), è stato eletto presidente del Mestiere Alimentaristi Vari. Il vicentino Sergio Boschetto, classe 1950, gestore insieme alla famiglia del Ristorante Al Molin Vecio a Caldogno (VI) è stato elettro presidente del Mestiere Ristorazione. Il quarantenne bellunese Marco Viel, che gestisce insieme alla moglie una gelateria in pieno centro a Belluno, è invece il presidente del Mestiere Gelatieri, nonché vicepresidente nazionale di Mestiere. Il vicentino Domenico Filippi, titolare dell’omonimo Molino a Castelnovo d’Isola Vicentina, è stato eletto presidente del Mestiere Molitori  mentre alla presidenza del Mestiere Panificatori è stato eletto il padovano Nicola Trentin, classe 1977, titolare del panificio e pasticceria Le Delizia del Grano a Cittadella (PD). Il bellunese Luca Da Corte, trentenne titolare del Pastificio Croera di Borca di Cadore (BL), è stato invece eletto presidente del Mestiere dei Pastai e da alcuni anni è vicepresidente nazionale di mestiere. A presiedere il Mestiere Pasticceri è stato chiamato il bellunese Giacomo Deon,  già presidente nazionale della Federazione Alimentazione. Il regolamento che regola in Confartigianato la costituzione dei vari gruppi di mestiere per ora non ha permesso la costituzione dei direttivi della lavorazione carni, dei caseari e delle erboristerie. Pertanto la Federazione ha ritenuto opportuno cooptare al suo interno i rappresentanti di questi mestieri in attesa che si formino almeno tre gruppi provinciali per ciascuno. I membri cooptati sono, Renzo Bettiol (Caseari), titolare dell’omonimo caseificio di Roncade (TV), Paolo Gheccerle (Erboristerie) e Claudio Zambon (lavorazione carni).

Piemontese il nuovo direttore di Coldiretti Veneto

Enzo Pagliano, neo direttore Coldiretti Veneto

Enzo Pagliano è il nuovo direttore di Coldiretti Veneto. Originario di Cuneo, 47 anni, sposato con due figli, già direttore di Bologna e di Milano Lodi guiderà oltre che la sede regionale anche la provinciale di Venezia.

Succede a Luca Saba che in quasi due anni di permanenza aveva avviato un percorso di ristrutturazione interna molto impegnativo  riuscendo comunque a confermare la rappresentatività di Coldiretti, una forza sociale che in Veneto rappresenta il 60% delle  imprese agricole iscritte alla camera di commercio.

Con un bagaglio di esperienza quasi ventennale in campo sindacale, da esperto tecnico ed economico Enzo Pagliano raccoglie la sfida consapevole dell’importanza che il comparto agricolo regionale riveste: un valore della produzione pari a 5.800 euro/ettaro che colloca il Veneto al secondo posto in ambito nazionale e tra i più alti a livello mondiale. Valori testimoniati anche da quei 4,7 miliardi di euro di produzione lorda vendibile realizzata su una superficie di 820 mila ettari coltivata da circa 80 mila imprese agricole che occupano 60mila addetti alle dipendenze o autonomi.

Un’agricoltura così strutturata, dinamica, capace di grandi numeri, e di annoverare tipicità conosciute in tutto il mondo, merita la giusta attenzione politica e una gestione dei servizi attenta e moderna” – ha detto Pagliano, sottolineando quanto Coldiretti sia concentrata su importanti progetti che vedono coinvolta l’intera filiera agricola italiana, per creare un sistema forte e coeso in grado di coniugare le sfide del mercato con gli interessi degli associati e della società civile tutta.

(fonte Coldiretti Veneto)

Argav incontro Paolo Sordo, direttore di Confagricoltura Vicenza: con alluvione danni incalcolabili ma anche tanta solidarietà. Il futuro delle Organizzazioni agricole? Uniti si vince!

30 novembre, Confagricoltura Vicenza, Direttivo Argav insieme a Paolo Sordo (secondo da dx), direttore dell'organizzazione agricola vicentina

(di Marina Meneguzzi, socio Argav) Come pre-annunciato, mercoledì 30 novembre scorso il direttivo Argav si è riunito nella sede di Confagricoltura Vicenza. A far gli onori di casa, il giovane e dinamico Direttore dell’organizzazione agricola vicentina Paolo Sordo, che ci ha accolti (con una buona bottiglia di Vespaiolo) alla fine di un mese particolarmente travagliato per il Veneto e per Vicenza in particolare.

Sfatato un mito sul Veneto individualista. “Novembre è stato un mese molto duro e i danni arrecati dall’alluvione nel nostro territorio sono praticamente incalcolabili – ha riferito Sordo – basti pensare che solo a Vicenza nel giro di 48 ore sono caduti 45 cm d’acqua, una cosa mai vista nella nostra città. E però, nella tragedia, abbiamo riscoperto un Veneto meno individualista, perché la solidarietà tra la gente è stata davvero incredibile“. “La brutta esperienza ha evidenziato la necessità di dare priorità alla pulizia dei letti dei fiumi e alla manutenzione degli argini, oggi devastatati dalle nutrie e che il mondo agricolo deve poter essere messo in condizione di continuare a svolgere quel ruolo di  salvaguardia del territorio assunto da sempre”.

Divergenze con le altre organizzazioni agricole? Del tutto superabili. 1100 iscritti, 22mila ettari di superficie associata, aziende agricole di piccole dimensioni ma una provincia prima in Veneto per la produzione di latte e terza per quella del vino grazie a strutture cooperativistiche: questa la realtà economica in cui Confagricoltura Vicenza  svolge la propria attività di servizi per le imprese e sindacale. E questo in un momento particolarmente difficile per il settore primario: “la coperta “europea” deve coprire sempre più Stati e quindi si fa sempre più corta” – ha concluso Paolo Sordo -. Da qui la necessità di cogliere l’invito che arriva dal mondo agricolo ad agire uniti con le altre Organizzazioni di categoria per ottenere più risultati. Secondo Sordo, infatti, “le divergenze esistenti sono tutte superabili e riconducibili nell’alveo di una sana e costruttiva dialettica”.

Quote latte: allevatori in piazza per far chiarezza sulle multe

Migliaia di allevatori da tutte le regioni saranno oggi in piazza davanti a Montecitorio durante la discussione della manovra alla Camera dei Deputati che sospende il pagamento delle multe sulle quote latte. La protesta e’ stata decisa dal Consiglio nazionale della Coldiretti per chiedere chiarezza sulle quote latte. Anche una nutrita delegazione di oltre un centinaio di allevatori veneti, guidata dal presidente di Coldiretti Veneto Giorgio Piazza raggiungerà Roma per partecipare al sit-in in piazza Montecitorio. Per la migliore comprensione del perché si è arrivati a questa manifestazione, ecco riassunti di seguito gli eventi che nel tempo si sono avvicendati in merito alle “quote latte”.

Antefatto. Nel 1983-84, per far fronte alle eccedenze di produzione, l’UE ha introdotto un regime di quote latte che comprendeva il pagamento di un prelievo supplementare a carico dei produttori di latte nei paesi che superavano la quota loro assegnata. Per molti anni dopo l’introduzione del regime delle quote latte l’Italia ha incontrato considerevoli problemi nella corretta applicazione del regime e nell’applicazione delle corrispondenti sanzioni. Dopo molti anni di trattative, nel luglio 2003  il Consiglio ha raggiunto un accordo all’unanimità – la Decisione del Consiglio 2003/530 – che concedeva ai produttori italiani di rimborsare i prelievi supplementari pendenti dal 1995/96 al 2001/02, per un valore € 1,386 miliardi di euro, in 14 rate annuali di pari entità, a partire dal 2004.

L’emendamento alla Manovra su quote latte. Lo scorso 7 luglio un emendamento al decreto legge sulla manovra, fortemente voluto dalla Lega e presentato in commissione Bilancio del Senato dal relatore Antonio Azzollini (Pdl),  ha stabilito che il pagamento delle rate per la restituzione delle quote latte venisse sospeso fino al 31 dicembre 2010. La copertura, pari a 5 milioni per il 2010, sarà a valere del Fondo di riserva per le autorizzazioni di spesa delle leggi di natura corrente.  La presentazione dell’emendamento ha suscitato la protesta degli allevatori in regola con il pagamento delle quote latte, di associazioni di categoria come la Coldiretti, Cia, Confagricoltura nonché del ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, “istituzionalmente rispettoso” ma al contempo “sconcertato” di quanto avvenuto in Parlamento. L’emendamento ha invece trovato l’appoggio dell’associazione di categoria Copagri.

Dacian Ciolos, Commissario Ue all'Agricoltura

Il Commissario Dacian Ciolos. In risposta all’emendamento, il Commissario UE per l’Agricoltura Ciolos ha riferito che “qualsiasi provvedimento il Governo italiano adotti per sospendere il pagamento da parte dei produttori italiani di latte delle sanzioni per la passata sovrapproduzione sarebbe contrario ad diritto dell’Unione europea e la Commissione sarebbe costretta ad avviare un procedimento d’infrazione contro l’Italia“. Il Commissario ha ricordato che l’accordo politico che consente ai produttori italiani di pagare il prelievo supplementare in 14 rate annuali di pari importo – come concordato nel 2003 e riconfermato dall’esercizio di valutazione dello “stato di salute” della PAC nel 2009 – prevede già il beneficio finanziario del rimborso di somme arretrate senza alcun pagamento di interessi. “Sospendere i pagamenti di quest’anno priverebbe i produttori di latte italiani affiliati dei vantaggi finanziari previsti dall’accordo politico”, ha affermato Ciolos, che ha inviato una lettera molto ferma al ministro italiano Giancarlo Galan.

Giancarlo Galan, Ministro delle Politiche agricole

La posizione del Ministro Galan. “Pur riconoscendo lo stato di crisi che sta attraversando il settore non risulta, al momento, possibile sospendere la riscossione del prelievo afferente ai periodi dal 1995/1996 in poi in ogni sua forma. Abbiamo effettivamente registrato la voce che nell’ambito della manovra vi sarebbe l’intenzione di presentare un emendamento che sospenda la riscossione del prelievo. Su una norma siffatta sono assolutamente contrario. E’ la contrarietà del Parlamento e più in particolare di quasi tutte le forze politiche di questa Camera che lo scorso anno – in sede di approvazione della legge 33 –  costrinsero al ritiro i presentatori di identici emendamenti. E’ la contrarietà della Commissione europea che aprirebbe nei nostri confronti una procedura di infrazione con conseguenze economiche a carico dell’Erario di svariate centinaia di milioni di euro. E’ la contrarietà della legalità, della trasparenza, dei comportamenti onesti derivanti dall’ordinamento comunitario e da quello nazionale. Non voglio credere alla eventualità della presentazione di una norma dagli effetti così devastanti ed immorali. Ma se questa ipotesi dovesse verificarsi, mi riservo tutte le valutazioni di mia competenza a salvaguardia di  quei valori di cui prima ho parlato. Valori irrinunciabili ai quali l’Autorità di Governo non può non ispirarsi”.

Giorgio Piazza, presidente Coldiretti Veneto

La posizione di Coldiretti Veneto. “Ancora una volta gli allevatori sono costretti ad abbandonare le proprie aziende per una questione di legalità – spiega Giorgio Piazza – Noi rispettiamo sempre la legge ma la legge rispetti noi. Se gli accertamenti in corso sono così “importanti” da determinare nella manovra la sospensione delle rate delle multe sulle quote latte, allora lo Stato rifaccia per l’ennesima volta i suoi conti ma, visto che venti anni non gli sono ancora bastati, intanto restituisca i soldi a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie calcolate su dati che lo stesso Stato oggi, con tanto di legge, ritiene non ancora certi. Se sono ancora da rifare i conti “chi sbaglia paga” deve valere per i produttori ma anche per lo Stato”. In Veneto, ricorda Coldiretti, la questione delle quote è sentita in particolare nel vicentino, nell’alta padovana, nel veronese, nel trevigiano e nel bellunese,  dove sono presenti circa 4.300 allevamenti ad indirizzo lattiero caseario che producono 11 milioni di quintali latte l’anno. Il settore zootecnico ha vissuto una profonda ristrutturazione non senza sacrifici e a fronte di notevoli investimenti da parte delle aziende che hanno scelto di stare sul mercato rispettando le regole. Regole che dovrebbero essere uguali per tutti. In più occasioni Coldiretti ha ricordato che il problema del settore latte non è quello delle quote ma piuttosto il prezzo, perché manca ancora una giusta remunerazione nei confronti dei produttori. Il prezzo alla stalla in Veneto è diminuito del 17% nell’ultima campagna assestandosi sui 34-36 euro al quintale (iva inclusa), importo non sufficiente per garantire un’adeguata redditività degli allevamenti.

(fonti Coldiretti Veneto/Commissione Ue Agricoltura/Ministero Politiche agricole alimentari e forestali)

Botta e risposta tra Confagricoltura e Coldiretti Veneto su delibera del CdB Bacchiglione Brenta

Antefatto. Lunedì 28 giugno scorso, Confagricoltura Veneto ha sollecitato formalmente la Giunta regionale perché eserciti i poteri di vigilanza e di controllo, che la legge le attribuisce, sulla decisione del Consorzio di bonifica Bacchiglione di aderire ad un’associazione sindacale di categoria, nel caso specifico la Coldiretti.

Confagricoltura Veneto: adesione sindacale libera per principio costituzionale. Confagricoltura Veneto ha fatto presente che “ad un Consorzio di bonifica partecipano obbligatoriamente tutti i proprietari degli immobili ricadenti nel comprensorio consortile e riceventi un beneficio dall’attività di bonifica. Invece l’adesione ad una associazione sindacale, con la conseguente condivisione dei principi, delle iniziative e degli  scopi da essa perseguiti, è libera per principio costituzionale. Ne deriva un problema di compatibilità tra l’adesione ad un’associazione sindacale, che non può non essere libera perchè legata alle convinzioni ideologiche e quindi all’area dei diritti personalissimi e indisponibili dell’individuo, e l’obbligatorietà della iscrizione al Consorzio di bonifica, non potendo il consorziato in disaccordo con la scelta di aderire all’associazione sindacale recedere dal Consorzio”.  Confagricoltura Veneto ha continuato dicendo che “la delibera assunta dal Consorzio di bonifica Bacchiglione è censurabile anche perché in contrasto con lo statuto del Consorzio e con le finalità da esso perseguite e quindi, in ultima analisi, con la legge che dette finalità elenca e specifica dettagliatamente. La determinazione di aderire ad un’associazione sindacale di categoria, infatti, non trova alcuna giustificazione negli obiettivi tipici del Consorzio, che sono preordinati a svolgere funzioni di bonifica, irrigazione, difesa del suolo e dell’ambiente, tutela della qualità delle acque e gestione dei corpi idrici. Infine, la natura giuridica pubblica dei Consorzi di bonifica, con i doveri di imparzialità ed oggettività che da tale natura derivano nei confronti dei cittadini ed in particolare di quelli obbligatoriamente consorziati, è incompatibile con l’adesione ad un’associazione sindacale di categoria, scelta orientata sul piano ideologico e per definizione di parte. Confagricoltura Veneto ha concluso sollecitando l’intervento della Giunta regionale sulla delibera del Consorzio Adige Bacchiglione in esame, da esercitarsi nell’ambito dei poteri di vigilanza e controllo che le sono attribuiti dalla legge regionale n. 53/93 e che si configurano come un potere dovere di diritto pubblico.

Coldiretti Veneto: da che pulpito viene la predica. Il 29 giugno scorso Coldiretti ha risposto con questa nota ufficiale: “Notiamo che per i “colleghi” di Confagricoltura Veneto la gestione di un consorzio di bonifica è più una guerra di numeri che un impegno di tutela della risorsa idrica. Se anche Coldiretti deve spostare i propri obiettivi ed abbassarsi a questi livelli  – sostiene Giorgio Piazza presidente regionale –   preciso che Confagricoltura riceve l’adesione da Consorzi di Bonifica in tutta Italia, per citarne alcuni: Napoli, Taranto, Reggio Calabria, Potenza, Bolzano, Pavia, Cremona, Firenze, Empoli, Napoli addirittura dall’intero Consorzio Forestale regionale della Sicilia. Nonostante questo la Confagricoltura del Veneto si permette di sindacare su una libera scelta  fatta dai dirigenti dell’ente consortile del Bacchiglione Brenta che riguarda semplicemente il conferimento a Coldiretti Padova della gestione della rappresentanza datoriale nei rapporti di lavoro dipendente. Decisione che rientra nella legittimità statutaria e nelle norme costituzionali. Non sono queste le argomentazioni degne di un’associazione di categoria che rappresenta gli imprenditori agricoli – continua Piazza – per cui respingiamo al mittente tutte le accuse e invitiamo la Giunta Regionale del Veneto a prendere atto che l’autogoverno sancito dalla legge regionale n.12 non può essere minato da comportamenti partigiani di associazioni prive di buon senso.

(fonte: Confagricoltura Veneto/Coldiretti Veneto)

Pasticceri Confartigianato Veneto: no al volo delle “false colombe pasquali”

Non facciamo volare le false colombe pasquali. Lasciamole sugli scaffali dei rivenditori! A lanciare il messaggio, con l’avvicinarsi delle festività pasquali, sono i pasticceri della Confartigianato del Veneto. “Da molte parti ci viene segnalato che diversi rivenditori espongono e vendono “false colombe pasquali”, importate da Paesi nei quali il costo dei prodotti e della manodopera sono minori –spiega il presidente regionale della categoria, Giacomo Deon-. E che, soprattutto, non offrono nessuna certezza sulla qualità! Che controlli sono stati fatti su questi prodotti? Che garanzie offrono? Non ci è dato di sapere”.

La colomba pasquale? E’ solo italiana! E’ bene ricordare che la denominazione di “colomba”, in base al decreto ministeriale 25 luglio 2005, non si applica ai prodotti provenienti da altri Paesi europei. Inoltre con la circolare esplicativa del 3 dicembre 2009, il Ministero dello Sviluppo Economico ha precisato anche le indicazioni specifiche sugli ingredienti da riportare sull’etichettatura dei prodotti alimentari e prodotti dolciari da forno. “La direttiva è chiarissima –commenta Deon- Infatti cita testualmente che “i prodotti di imitazione sono prodotti che, pur riportando denominazione di vendita diverse da quelle previste nel decreto del 2005 e non rispettando le caratteristiche di composizione e quantitative previste, utilizzano forme e modalità di presentazione identiche e confondibili con i prodotti disciplinati creando confusione al consumatore”.

Ingredienti di serie A. “I consumatori siano attenti: una colomba “vera” deve contenere almeno il 16% di burro, uova di categoria “A”, cioè fresche e in quantità tale da garantire almeno il 4% in tuorlo, latte, miele, burro di cacao, eccetera. La colomba “falsa”, invece, nella maggioranza dei casi contiene ingredienti scadenti, ad esempio grassi idrogenati, pochissimo burro e uova e molto zucchero che copre il sapore inferiore con quello dolce che piace ai bambini”. Da non trascurare infine, che i pasticceri artigiani, oltre a rispettare le norme sugli ingredienti, rispettano anche quelle sul materiale che deve essere utilizzato per il confezionamento e sulle modalità di esposizione dei prodotti. Ai fini della tutela del consumatore infatti, non va trascurato l’ambiente dove i prodotti sono conservati e esposti.

12 milioni di euro in uova e colombe artigianali. Il Veneto è tra i maggiori produttori di colombe, come di panettoni e pandori
. E la produzione artigianale assume una particolare rilevanza: quest’anno i veneti spenderanno 12 milioni di euro in uova e colombe artigianali, su un totale nazionale di circa 108 milioni. “Prevediamo di mantenere i fatturati dell’anno scorso, tenendo conto che sono quasi cinque anni che non si applicano aumenti, in base alle nostre rilevazioni –conclude Deon-. Per le colombe artigianali –esclusa la confezione personalizzabile- il prezzo oscillerà tra i 16 e i 20 euro al chilo, per le uova tra 40 e 60 euro, sempre al chilo. Per le uova prevediamo un lieve aumento dei consumi, del 4 per cento circa”.

(fonte Confartigianato Veneto)

Nei consorzi agrari una nuova rete commerciale degli agricoltori. Primo punto vendita aperto a Ponte di Piave (Tv).

Punto Vendita Campagna Amica di Ponte di Piave (Tv)

Sono una decina le postazioni in legno che ogni martedi e giovedi (dalle ore 8.30 fino alle 13.00) animeranno il punto vendita di Campagna Amica aperto a Ponte di Piave (Tv) nei locali dell‘Agenzia del Consorzio Agrario di Ponte di Piave (Tv). Si tratta di una libera interpretazione per dare un forte impulso alle produzioni locali di qualità, ma anche accorciare la filiera agricola a tutto vantaggio dei produttori e dei consumatori.

Prodotti freschi in tempo reale senza costi aggiuntivi. “L’iniziativa, prima nel Veneto e in Italia, – ha precisato Emanuele Barattin Presidente del Consorzio Agrario di Treviso Belluno – è nata dall’accordo siglato qualche mese fa tra Coldiretti e Consorzi agrari per l’avvio di una rete commerciale finalizzata alla vendita di prodotti agroalimentari  in un rapporto diretto tra aziende agricole e consumatori. Questo significa disponibilità di prodotti del territorio in tempo pressochè reale, freschissimi e ottenuti secondo i ritmi delle lavorazioni stagionali, senza costi di intermediazioni aggiuntive”.

Km zero: aumenta la vendita, si accorcia la filiera. “Questo genere di mercato – ha sottolineato Franco Manzato vicepresidente della Giunta regione Veneto – rientra nell’obiettivo di accorciare la filiera agricola, creando anche più occasioni di vendita diretta. Quella che promuove i prodotti a Km 0 – ha poi ricordato il vicepresidente – è una legge nata da un’idea della Coldiretti, divenuta proposta di legge popolare e fatta propria da tutto il Consiglio veneto: è un’iniziativa che ha dato un forte impulso alle produzioni identitarie e che, premiando le produzioni locali, dà una mano concreta ai nostri agricoltori.

In Veneto, pernotta un turista su cinque in visita in Italia. In questa direzione va anche il recente accordo tra sistema turistico e  sistema agroalimentare per proporre prodotti locali agli ospiti di una Regione, il Veneto, dove pernotta circa un turista ogni 5  che soggiornano in Italia”. Il punto vendita di Campagna Amica allestito in uno spazio di 120 mq, vede presenti gli stessi produttori agricoli e offre la possibilità di acquistare in un “negozio” i sapori autentici della nostra campagna. “In questa bottega del contadino – ha spiegato Giorgio Piazza di Coldiretti Veneto – non si incappa nel falso made in Italy.

Risparmi dal 10 al 30 per cento. Bandite le contraffazioni ed esaltata la qualità delle produzioni locali occorre solo confrontare i prezzi. Gli agricoltori assicurano come regola il 30% in meno mentre tra gli scaffali si può risparmiare dal 10 al 20% nell’acquisto di prodotti a logo ombrello regionale: la stella a sette punte in un cerchio multicolore affiancata dal Leone di San Marco e dalla scritta “Veneto. Tra la terra e il cielo”. Questo particolare marchio permette di riconoscere facilmente tutte le specialità agroalimentari vanto del Veneto che si fregiano di Doc, Dop, Igp e di altri riconoscimenti che ne certificano la rispondenza a norme oggettive di qualità. Per chi ama il “fai da te” nell’orto, nei locali adiacenti, si può trovare come da sempre tutto l’occorrente per diventare provetti coltivatori, compresa la consulenza di personale qualificato: attrezzi, concimi naturali, sementi agro farmaci.

(fonte Coldiretti Veneto)

Agriturismo: nel 2009 il fatturato scende a 55 mila euro

Agriturismo Tenuta Castel Venezze (Ro)

“Nel 2002 il fatturato medio di una azienda agrituristica era di 61.740 euro, nel 2009 e’ sceso a 55.570 euro. La situazione e’ preoccupante e richiede interventi concreti dello Stato e delle Regioni per tutelare un settore che fa bene all’agricoltura, allo sviluppo di tutto il turismo, all’ambiente, al paesaggio”. Cosi’ Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist (Confagricoltura) anticipa i ”numeri” del settore, che saranno presentati in un incontro stampa previsto il 18 marzo 2010 a Roma.

Ad accenturare la crisi, i costi della burocrazia. ”Nel 2009 – prosegue il presidente di Agriturist – siamo andati appena un po’ meglio del resto del turismo, scontando, rispetto al 2008, una diminuzione di presenze del 3,3% a fronte del -4,3% che Eurostat assegna al turismo italiano nel suo complesso. Ma l’offerta e’ cresciuta del 4,0% e il fatturato medio delle aziende ha perso il 6,4%”. Secondo Agriturist, oltre che con la flessione del fatturato, le aziende agrituristiche hanno dovuto sostenere un generalizzato aumento dei costi, determinato anche dal moltiplicarsi di incombenze normative e formalita’ burocratiche ormai insostenibili per chi svolge, sia pur ”in piccolo”, tante attivita’ diverse. I redditi effettivi, nel 2009, sarebbero dunque stati tagliati di circa il 10%, rispetto all’anno precedente.

L’anno che verrà. ”Le prospettive per il 2010 – dichiara Giorgio Lo Surdo, direttore di Agriturist – aldila’ di una generica speranza di ripresa del turismo, sono molto incerte. Ci sono segnali promettenti di un recupero della domanda estera, mentre da quella interna ci aspettiamo una crescente attenzione per la proposta enogastronomica e naturalistica”.

(fonte: Asca)