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1000 bottiglie di vino a sostegno della Biblioteca “La Vigna”

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Per due anni hanno vendemmiato con uno scopo benefico: sostenere la Biblioteca Internazionale “La Vigna”. Sono i ragazzi del Rotaract Club Vicenza, un gruppo che riunisce giovani vicentini disponibili a mettere in pratica le proprie capacità a sostegno del territorio.

Tutto ebbe inizio nel 2020, quando venti giovani diedero origine ad un’originale iniziativa, la RotarHarvest, la prima vendemmia che promuove l’enologia vicentina, mirando a scopi benefici. “Con Rotarharvest produciamo con le nostre mani qualcosa di buono, che sapesse di convivialità e potesse contribuire a fare del bene” spiega il presidente Nicola Moro. Grazie alla collaborazione dell’azienda agricola Ca’ Duso di Costabissara, i ragazzi del Rotaract hanno creato un’edizione limitata dei vini Tai rosso (vendemmia 2020) e Pinot Grigio (vendemmia 2021) con il desiderio di devolvere il ricavato della vendita delle bottiglie alla Biblioteca “La Vigna” in un cerchio virtuoso che aiuti a coltivare la cultura.

I frutti di questa iniziativa verranno utilizzati per valorizzare al meglio gli spazi e le raccolte della Biblioteca “La Vigna”. “E’ un aiuto molto importante per la Biblioteca, un’istituzione che si configura come un unicum a livello mondiale per le raccolte librarie inerenti la viticultura e l’enologia, dichiarata nel 2020 di eccezionale interesse culturale dal Ministero per i beni e le Attività Culturali” spiega il presidente della Biblioteca Remo Pedon. Venerdì 27 maggio scorso,  il Presidente del Rotaract Nicola Moro ha consegnato il service al presidente della Biblioteca Internazionale “La Vigna” Remo Pedon.  Durante l’evento si è svolta una conferenza con la partecipazione di Danilo Gasparini, presidente Consiglio Scientifico della Biblioteca “La Vigna”, che ha relazionato sui prodotti tipici vicentini, Nazareno Vicenzi, enologo responsabile area tecnica del Consorzio Pinot Grigio delle Venezie DOC che ha parlato del Pinot Grigio, Domenico Pedicelli, enologo consulente che ha trattato del Tai Rosso, Giacomo Crotta, presidente Slow Food Vicenza con un intervento su Slow Food e il vino. L’appuntamento è stato proposto come Living Lab del progetto europeo “Cities 2030” – Co-creating resilient and susTaInable food systEms towards FOOD2030”, a valere sul bando “FOOD 2030 – Potenziare le città come agenti di trasformazione del sistema alimentare”, nell’ambito del Programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020. Il progetto, incentrato sui temi dell’economia circolare e della creazione di laboratori sull’urban food, si concluderà nel 2024. Coordinato dall’Università Ca’ Foscari Venezia, “Cities 2030” vede tra i partner il Comune di Vicenza e tra i partner associati la Biblioteca “La Vigna”.

Fonte: Biblioteca La Vigna

27 marzo e 3 aprile 2022, le Pro Loco di Padova Sud-Est e Wigwam invitano all’appuntamento goloso e solidale “Degustando a favore del Popolo Ucraino”

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Parte dal Consorzio delle 22 Pro Loco di Padova Sud Est insieme all’associazione Wigwam APS Italia un’originale campagna di raccolta fondi per aiutare L’Ucraina n questo momento di dramma, pagato soprattutto dalle fasce più deboli ed in specie dai bambini. Col motto “Degustando a favore del Popolo Ucraino”, in cambio di un libero contributo sarà offerta una degustazione di “Pasta e fagioli” secondo la ricetta tradizionale col battuto di lardo della Saccisica, una corposa bruschetta sempre con questo delizioso lardo ed un bicchiere di vino Raboso del padovano. A quanti degusteranno, sarà anche dato un buono numerato per partecipare all’estrazione, per ognuna delle giornate programmate, di tre copie di “Pasta & Fagioli – Un piatto italiano” un corposo volume, da poco edito da Studio Verde Editore.

Le Pro Loco e Wigwam, offriranno in piazza un piatto di Pasta & Fagioli solidale domenica 27 marzo a Bagnoli di Sopra e domenica 3 aprile a Pontelongo. Altre date e altre Pro Loco padovane si vanno aggiungendo. Il ricavato, per intero, sarà devoluto per l’assistenza ai profughi dell’Ucraina. “Un’idea che abbiamo fatto subito nostra ”dice Stefania Venturini, presidente del Consorzio Pro Loco Padova Sud Est “perché l’emergenza Ucraina è anche quella più generale della necessità di riacquisire un clima di convivenza pacifica e di collaborazione all’interno delle nostre stesse comunità”. “Un’operazione che serve anche a noi delle Pro Loco, perché ci aiuta a rimettere in moto la macchina della promozione e dell’animazione territoriale, facendo anche del bene al prossimo come per noi è sempre stato” aggiunge il neoeletto presidente di UNPLI Padova Giuseppe Pengo. “Un’azione che bene incontra l’operatività del Progetto regionale dei Cantieri di Esperienza Partecipativa, di cui Wigwam APS Italia è capofila, che agiscono da attivatori della resilienza delle Comunità Locali. Cantieri, rivolti in specie ai giovani e agli anziani insieme, perché si ripristini il dialogo e la collaborazione intergenerazionale” conclude Efrem Tassinato, presidente di Wigwam. Ulteriori Info: info@wigwam.it

Fonte: Servizio stampa Wigwam

#SAVEAFGHANWOMEN, salviamo le donne afghane. Giovedì 26 agosto 2021 mobilitazione anche a Venezia.

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Flash mob in campo San Geremia a Venezia il prossimo 26 agosto alle ore 12 con cui le donne veneziane aderiscono alla mobilitazione #SAVEAFGHANWOMEN, SALVIAMO LE DONNE AFGHANE lanciata da RadioBullets e Noveonlus, realtà da sempre attive e attente a quanto accade in Afghanistan e in particolare alla condizione femminile con iniziative concrete di sostegno, assistenza, formazione, aiuto. Ad organizzarlo Venezia Manifesta, Sindacato giornalisti Veneto, Associazione stampa veneziana con l’adesione di Articolo 21 Veneto nella consapevolezza che informare, raccontare, solidarizzare mai come in questo momento sia vitale. Al flash mob parteciperanno Barbara Schiavulli, giornalista “di casa” in Afghanistan che ha tentato di partire e sta tentando di partire per Kabul per essere testimone diretta di quanto sta accadendo e direttrice di Radio Bullets, Hamed Hamadi, ristoratore di Venezia che si è battuto per far rientrare in Italia la sorella Zahra attivista bloccata in Aghanistan dopo la presa dei Talebani, il presidente della Federazione nazionale della stampa Fnsi, Giuseppe Giulietti, l’attrice Ottavia Piccolo.

Appello di Venezia Manifesta e tutte le associazioni che hanno organizzato e aderito al flash mob. Al Presidente Draghi, alla Regione Veneto, al Comune di Venezia. La libertà delle donne afghane è la nostra libertà. Ciò che sta accadendo in Afganistan rende manifesta una grande verità: la libertà delle donne è la misura della civiltà di una società, delle relazioni tra i sessi e le persone, del rispetto delle differenze, ed è indice della qualità della vita di un paese, della possibilità di benessere e di futuro migliore per tutti. E la libertà delle donne, ovunque esse si siano, ci riguarda da vicino perché è la sfida che noi donne da tempo stiamo conducendo, trasformando con l’unica rivoluzione non violenta della Storia le fondamenta delle strutture societarie in ogni luogo del mondo. Le donne in Afganistan si sono impegnate nel lavoro di ricostruzione quotidiano e straordinario di una società disastrata dai conflitti e da anni di oppressione, hanno potuto accedere all’istruzione, al lavoro e anche a ruoli di prestigio nella comunicazione, nella giustizia, nella sanità, nei progetti di cooperazione e nelle organizzazioni internazionali. La loro libertà ora non è solo cancellata ma è in pericolo la loro stessa vita. Siamo pertanto a fianco delle donne afgane, portatrici di quella misura di civiltà che è un bene prezioso per tutti, e agendo sul nostro diritto di cittadine di far sentire la nostra voce nelle istituzioni che ci rappresentano ci appelliamo perché ogni sforzo si metta in campo al fine di attivare tutti gli strumenti istituzionali, politici, diplomatici per organizzare un piano di corridoi umanitari e di accoglienza che limiti la crisi umanitaria in atto per donne e bambine già oggetto di predazione e in particolare siano portati in salvo le attiviste e tutti i collaboratori a vario titolo con il governo passato. Ne facciamo esplicita richiesta al Presidente Draghi, che si è dimostrato sensibile e attento, affinché sia il garante di questo impegno investendone la Comunità internazionale, e soprattutto l’Europa, e avvii, oltre i piani di salvezza della vita delle persone, la possibilità concreta di realizzare percorsi di integrazione per i collaboratori afghani e per le loro famiglie. Al contempo sarà necessario sostenere i territori italiani, attivando strumenti di accoglienza condivisi con i Sindaci, anche attraverso la collaborazione dimostrata di molti Comuni e dell’Anci. Infine un pressante invito va alla Regione Veneto e all’Amministrazione Comunale perché si impegnino a tenere alta l’attenzione su quanto sta succedendo in Afghanistan, sostenendo le iniziative di solidarietà, accoglienza e concreta vicinanza al popolo afghano a tutti i livelli. Invitiamo tutte le tutti a fare rete per sostenere questo appello rispondendo con mobilitazioni e azioni mirate perché la battaglia delle donne afgane è una battaglia di civiltà per tutti: dove le ragazze, le donne, le bambine di qualsiasi del mondo sono esposte a sopraffazione, umiliazione e violenza e all’arretramento dei loro diritti, come sta succedendo in Afganistan, si produce infatti una profonda ferita nel cuore della convivenza tra persone: una ferita che chiede alla Comunità Internazionale di operare ogni sforzo per sanarla. Noi sentiamo questa ferita e siamo solidali con le donne afgane: la loro storia ci appartiene e lasciarle sole è come perdere anche noi stesse.

Fonte: Sindacato Giornalisti del Veneto/Foto in alto, manifestazione a Berlino per il popolo Afgano, credits John MacDougall/Afp via@IFJGlobal 

La Biblioteca Internazionale “La Vigna” invita a prendersi cura della cultura

La Biblioteca Internazionale “La Vigna” ricorda la possibilità di destinare il 2X1000 della propria imposta sul reddito delle persone fisiche alla Biblioteca.

Attenzione alla storia dell’agricoltura italiana. Affermano in una nota: “Crediamo che sia un’occasione straordinaria per contribuire alla valorizzazione del patrimonio culturale che il nostro fondatore, Demetrio Zaccaria, ha scelto di donare alla città e a quanti vogliono imparare sfogliando i libri della Biblioteca, proprio come lui stesso ha fatto. La nostra istituzione risulta regolarmente iscritta nell’apposito elenco delle associazioni culturali ammesse al beneficio, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (art. 97-bis, D.L. n. 104/2020). E’ sufficiente indicare il nostro codice fiscale (95004540241) nell’apposito riquadro presente nella scheda. Come ogni anno è possibile destinare alla Biblioteca anche il 5X1000.

Sul loro sito è disponibile il secondo numero del Giornale di agricoltura e gastronomia, la rivista curata dal Consiglio scientifico della Biblioteca. E’ un numero interamente dedicato ai CEREALI, i chicchi che stanno alla base dell’alimentazione delle civiltà. Il tempo e gli uomini hanno determinato innumerevoli progressi nelle tecniche di coltivazione e di selezione del prodotto e la Biblioteca Internazionale “La Vigna”, nei suoi libri, ha il merito di conservare la storia di questa formidabile evoluzione.Grazie ai saggi e alle ricerche di studiosi e ricercatori del settore, alle interviste curate dalla loro redazione e a un’ampia sezione dedicata alle fonti e alla letteratura, il tema dei cereali viene presentato sotto molteplici e interessanti aspetti, riprendendo le finalità di un’editoria ottocentesca che negli Almanacchi e nei Giornali trovava il modo di dar voce ai dibattiti, alle discussioni, ai cambiamenti in atto, allora, del mondo agricolo, ora anche in quello della gastronomia. E’ possibile leggere e scaricare la rivista a questo link

Fonte: Biblioteca Internazionale La Vigna

8 marzo, per la giornata della donna nuova collezione del “cuore della gratitudine”

Agrisarte al lavoro: dal distretto tessile di Como e dalla collaborazione tra le imprenditrici di Coldiretti Lombardia e del Veneto nasce la nuova collezione del “Cuore della Gratitudine” in seta. Su modello originale ispirato da Katia Zuanon di Prayers Collection che prevede il doppio tessuto, la parte italiana è tutta in seta 100% Made in Italy mentre l’altra rimane coi disegni Wax in puro stile africano, l’interno sempre con imbottitura in fibra naturale.

Abilità e competenza sartoriale e varie prove in laboratorio hanno prodotto la formula adatta per rispettare il materiale e la sua storia che unisce Oriente e Occidente abbracciando l’Africa. Attraverso due regioni uniamo anche l’Italia grazie ad un sottile ma resistente filo di seta – spiega Chiara Bortolas, vice presidente nazionale delle imprenditrici di Coldiretti – per festeggiare la Giornata della Donna prevista per il prossimo 8 marzo 2021”.  “Da quando il progetto #solodalcuore è decollato per sostenere i Medici con l’Africa CUAMM – spiega Bortolas – sono state molte le testimonianze politiche, del mondo dello spettacolo, dello sport, del giornalismo che hanno voluto condividere questa iniziativa. Il nostro book fotografico si arricchisce giorno dopo giorno grazie ai post sui social: da Michelle Hunziker a Chiara Luppi e i volti di tante altre persone di buona volontà che hanno compreso la giusta causa. Oggi voglio ricordare anche chi insiste nel ricordare quanto è bello fare del bene: come l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin che ci ha regalato il suo secondo appello su facebook”.

Obiettivo. “In un momento di chiusura e difficoltà come quello che sta passando il nostro Paese e l’intero pianeta noi non ci fermiamo– commenta Bortolas –  dopo aver superato già i primi 10mila euro raccolti continuiamo a promuovere a livello nazionale questa operazione per aiutare le giovani madri africane in un momento delicato e miracoloso come quello della maternità, dando loro un reparto dedicato e un ospedale a Rumbek in Sud Sudan. Con l’incremento della beneficenza puntiamo anche a costruire una scuola per ostetriche per formare le operatrici sul posto”.

Per ordinare le piccole opere d’artigianato che collegano due mondi lontani, pezzi unici che parlano diverse lingue ma intrecciano letteralmente varie culture in modo indissolubile basta consultare il sito www.solodalcuore.it

Fonte: Coldiretti Veneto

Comunità solidali e sostenibili, Wigwam avvia il progetto 2020 nel Padovano con Ministero del lavoro e regione del Veneto

Bimbi botanici al Wigwam ad Arzerello di Piove di Sacco (PD)

L’ambiente è per antonomasia il bene comune delle comunità locali e, nella globalità, per le specie viventi nel loro complesso. Tra di loro strettamente interdipendenti, perciò essenziali l’una all’altra. E’ oramai però sotto gli occhi di tutti la devastazione che, quella che tra di esse, ha sviluppato più intelligenza ma non altrettanta consapevolezza, sta compiendo a spese delle altre, di quella vegetale e di quella animale ma anche a danno di una parte dell’umanità stessa: quella più debole ed anche numericamente maggioritaria.

Cosa fare? Da quasi cinquant’anni Wigwam, una tra le primissime organizzazioni eminentemente ecologiste nate in Italia e nel mondo, tra quelle riconosciute con decreto del Ministero dell’Ambiente e che ospita gli incontri di formazione e informazione mensili Argav, si dedica alla creazione di consapevolezza attraverso attività educative, in specie rivolte ai più giovani, e alla promozione di progetti di sviluppo sostenibile (sostenibilità: culturale, sociale, economica, ambientale) orientati all’interesse delle comunità locali, intese come entità territoriali solidali e coese che perseguono il bene comune di chi ci vive. Per 2020 l’Associazione Wigwam, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Regione del Veneto, ha avviato il progetto denominato “Comunità Solidali e Sostenibili”, mirato a promuovere azioni a tutti i livelli per combattere gli effetti del cambiamento climatico attraverso: lo sviluppo della cultura del volontariato e della cittadinanza attiva, in particolare tra i giovani; la promozione di percorsi educativi e formativi sui mutamenti climatici, in particolare nelle scuole; la sensibilizzazione delle persone sulla necessità di adottare comportamenti responsabili per contribuire a minimizzare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulle comunità naturali e umane.

Le azioni del progetto saranno realizzate attraverso un’attività a impatto educativo di impronta ambientale – che sia anche occasione di allenamento alla coesione sociale – con bimbi e ragazzi (5-14 anni) e con giovani (15-24 anni) cui si aggiungeranno persone over 65 anni depositarie di sapere esperienziale al fine di produrre, sull’intera popolazione dell’area interessata, un riverbero che orienti a:  comportamenti più solidali ed inclusivi; modelli economici e di produzione non dissipativi, duraturi e sostenibili; relazioni sociali che facilitino l’aiuto reciproco e aumentino la sicurezza degli insediamenti umani; conoscenza dell’ecosistema locale, perciò all’acquisizione delle buone pratiche per il suo recupero dove sia stato compromesso, per la sua salvaguardia dove risulti ancora abbastanza integro ed infine, per la sua corretta valorizzazione a beneficio delle comunità locali stesse e del potenziale incoming turistico e di dinamiche di interscambio con altre comunità locali organizzate di tutto il mondo, generatori delle economie necessarie per la sussistenza della popolazione residente.

L’ambito territoriale (territori comunali interessati dalla proposta progettuale) sono l’area periurbana di Padova con particolare attenzione all’hinterland Nord ed Est coi comuni di Vigodarzere, Vigonza, Noventa Padovana, Padova quartiere di Camin e Ponte San Nicolò. L’area Sud Est della Provincia di Padova (la Saccisica e il Conselvano) coi territori comunali di Legnaro, Brugine, Arzergrande, Piove di Sacco, Sant’Angelo di Piove di Sacco, Codevigo, Bagnoli di Sopra e Casalserugo.

Le attività si articoleranno in quattro tipologie di azione: La didattica e i laboratori di “Bimbi Botanici” che verteranno sul riconoscimento del patrimonio arboreo del proprio territorio e sulla creazione di un erbario con attività in aula e in escursione; La didattica e i laboratori su “La Cultura del fosso” per l’educazione alla scoperta delle valenze dei fossi, quali contenitori di biodiversità, di funzione idraulica, di cultura materiale, di paesaggio; Studenti comunicatori di comunità attraverso la selezione e formazione di giovani tra i 17 e i 23 anni, interessati a sperimentarsi nell’azione di comunicatori della propria comunità. Infine, concepita anche come incentivante il dialogo intergenerazionale, l’azione degli Anziani maestri, attraverso la selezione di persone over 65 disponibili ad affiancare con la loro esperienza i giovani nella realizzazione delle attività educative.

Partner del progetto dell’Associazione Nazionale Wigwam APS Italia: l’Associazione Wigwam Circolo di Campagna Arzerello APS di Piove di Sacco, l’Associazione Wigwam Circolo di Campagna Il Presidio APS di Padova-Camin, L’Associazione AUSF APS (Associazione Universitaria Studenti Forestali dell’Università di Padova) con sede ad Argipolis di Legnaro ed infine L’Associazione “Il Grido Alé ODV” e l’AUSER ODV entrambe di Sant’Angelo di Piove di Sacco. Supporteranno il progetto il Comune di Arzergrande, il Comune di Brugine, il Comune Bagnoli di Sopra, il Comune di Casalserugo, il Comune di Legnaro, il Comune di Ponte San Nicolò, il Comune di Sant’Angelo di Piove di Sacco, il Comune di Vigodarzere, il Comune di Vigonza ed infine UNAGA, l’Unione Nazionale dei Giornalisti di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente – Gruppo di specializzazione della FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana).

Fonte: Servizio stampa Wigwam

Sisma in centro Italia, un aiuto alle imprese del territorio dal circuito Wigwam e dal Consorzio Asiago Dop

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pasta alla griscia preparata da Efrem Tassinato, giornalista chef e presidente del circuito Wigwam

(di Marina Meneguzzi) A poco più di un mese dal tragico sisma occorso in centro Italia, continuano numerose le iniziative a sostegno dei terremotati. Efrem Tassinato, giornalista-chef, socio Argav e tesoriere Unaga, nonché presidente del circuito Wigwam, ha scelto di dare un aiuto alle imprese del territorio servendo in tante occasioni che lo vedono impegnato come chef la pasta alla griscia, piatto antesignano della pasta all’amatriciana (la griscia è senza pomodoro, in quanto la sua origine sarebbe antecedente alla diffusione di questa pianta in Europa) fatta utilizzando prodotti di agricoltori e artigiani del centro Italia.

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Efrem Tassinato

Ne abbiamo avuto un’appetitosa dimostrazione lo scorso 23 settembre, in occasione dell’incontro Argav-Wigwam ad Arzerello di Piove di Sacco (PD), quando Efrem ha deliziato i presenti a fine incontro con un assaggio di pasta alla griscia fatta con grano duro di montagna della Wigwam Local Community Monti Sibillini, il guanciale sempre dei Monti Sibillini, il pecorino secco dei Monti della Laga, l’olio evo del Piceno, il tutto condito con pepe e abbondante peperoncino. Alla griscia, è seguito un gustoso assaggio di Asiago Dop, servito in diverse stagionature. A fare gli onori di casa per il Consorzio Asiago Dop, c’era Luca Cracco, responsabile marketing, che ha ricordato l’azione benefica da loro intrapresa a favore di Amelia Nibbi, titolare dell’azienda agricola “Casale Nibbi” di Amatrice in occasione di Made in Malga.

Ultimo giorno di Made in Malga, in vendita 500 kg di Asiago Dop a favore di un caseificio di Amatrice

asiagoperamatriceConsorzio Tutela Formaggio Asiago e Comune di Asiago hanno scelto di donare 500 chilogrammi di Asiago DOP al Casale Nibbi di Amatrice, espositore a Made in Malga, la rassegna nazionale di formaggi e produzioni di montagna in corso nell’Altopiano di Asiago fino ad oggi. Il ricavato della vendita sarà destinato alla ricostruzione dell’azienda danneggiata dal terremoto.

Il casaro di Amatrice rifornito con Asiago Dop. Sono bastate poche ore dall’apertura ufficiale di Made in Malga, giovedì 8 settembre, per terminare tutte le scorte che, Amelia Nibbi, titolare dell’azienda agricola “Casale Nibbi” di Amatrice, da cinque generazioni produttrice artigianale, tra l’altro, di un apprezzato stracchino stagionato e ora danneggiata dal terremoto, aveva portato con sé, ad Asiago. Un evento inatteso, seppur gradito, che avrebbe imposto il rientro, a malincuore, a casa. Invece, grazie al tam tam tra gli espositori, l’amministrazione comunale e i soci del Consorzio, comune di Asiago e Consorzio di Tutela hanno deciso di offrire 500 chilogrammi di Asiago Dop che verranno messi in vendita nello stesso stand del Casale. “Sono veramente senza parole. Voglio ringraziare il Comune di Asiago per la grande ospitalità e il Consorzio Tutela Formaggio Asiago che ci permette di proseguire la nostra permanenza in questa importate manifestazione, dove abbiamo toccato con mano la solidarietà di tanti, abitanti e visitatori”, dichiara Amelia Nibbi. “Vogliamo reagire a quanto ci è accaduto, per questo siamo a Made in Malga, nonostante tutto. Il ricavato di quanto raccoglieremo in questi giorni, lo destineremo al caseificio e a ridare lavoro a chi, dopo il terremoto, lo ha perso”.

Formaggio solidale. Diego Rigoni, assessore alle attività produttive del comune di Asiago afferma: “Asiago non dimentica il suo passato di devastazione e rinascita. Amelia Nucci ci ricorda tutto questo”. “Amatrice ed Asiago – aggiunge Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – sono due luoghi di montagna, dove la produzione di formaggio è elemento peculiare del paesaggio e dell’insediamento umano. Per questo, se possibile, ci sentiamo ancor più vicini e non faremo mancare il nostro sostegno a questo espositore e a tutti quelli che, con coraggio, hanno scelto di rimboccarsi le maniche e di reagire”.I 500 chilogrammi “solidali” di Asiago DOP verranno venduti presso lo stand del Casale Nibbi al prezzo di euro 15 al chilogrammo per l’Asiago DOP Fresco Prodotto della Montagna e 20 euro al chilogrammo per l’Asiago DOP Stagionato Prodotto della Montagna.

Fonte: Consorzio di Tutela Asiago Dop

 

#Riso per una cosa seria, fino al 18 maggio 2016 campagna a favore dell’agricoltura familiare nel mondo e contro il caporalato in Puglia

fb-post-fassari-perbellini-sms1-770x350C’è anche lo chef stellato veronese Giancarlo Perbellini, insieme all’attore Antonello Fassari, a far da testimonial nello spot girato per “Abbiamo RISO per una cosa seria“, la campagna intrapresa da Focsiv (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) insieme a Coldiretti a favore dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo, contro l’abbandono della terra e lo sfruttamento che sottopaga i prodotti agricoli e costringe alla migrazione dai paesi più poveri.

riso-sms-45594Tutti possono diventare protagonisti della campagna. Fino al 18 maggio 2016 si può inviare al 45594 un Sms di due euro da cellulare oppure da 2 a 5 euro dalla rete fissa di casa. Ogni singolo contributo concorrerà a sostenere 38 interventi di agricoltura familiare nelle aree più povere del mondo e il Villaggio solidale realizzato in Puglia da Focsiv insieme a Coldiretti, per dare ospitalità agli immigrati in modo da sottrarli  allo sfruttamento del caporalato e garantire loro un regolare contratto di lavoro per la raccolta stagionale del pomodoro nelle imprese agricole Coldiretti.

Il 14 e 15 maggio 2016 Focsiv insieme a Coldiretti presenteranno l’iniziativa anche in 1000 piazze, parrocchie e mercati di campagna amica con il riso 100% italiano della filiera agricola italiana.

Fonte: Servizio Stampa Coldiretti Veneto

Sierra Leone, 4 mila contadini in ambasce per il loro futuro, nel Paese si cerca di ripartire dopo Ebola con un’azione di crowdfunding

I lavoratori AWC

I lavoratori di AFJ Workers Cooperative

(di Marina Meneguzzi) Tra dissesto idrogeologico del territorio e lavoro che non c’è, di emergenze in Italia ne abbiamo tante. Non ultima, in fatto di agricoltura, la lotta tuttora in corso per il prezzo del latte pagato agli allevatori.
Ma in questi giorni, in Africa occidentale, nella Repubblica della Sierra Leone, ci sono anche quattromila contadini in ambasce per il loro futuro, legato alla sopravvivenza dell’azienda Africa Felix Juice (AFJ), fondata alcuni anni fa da un imprenditore italiano a Newton, 40 chilometri dalla capitale del Paese, Freetown, e dedita alla produzione di concentrato di succo di frutta tropicale per esportazione.

Lo stabilimento Africa Felix Juice a Newton

Lo stabilimento Africa Felix Juice a Newton

AFJ oggi si trova in grosse difficoltà finanziarie a causa dell’epidemia di Ebola, da poco fortunatamente scongiurata secondo i dati Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ma che, oltre a mietere tante vittime, ha bloccato per un lungo periodo l’economia del Paese africano. I quarantaquattro dipendenti di AFJ, tutti locali, rifiutano però di arrendersi alla chiusura di un sogno in cui hanno creduto e su cui hanno investito tanto lavoro, energie e passione. Così, hanno costituito una cooperativa – l’AFJ Workers Cooperative (AWC), – ed è la prima volta che ciò accade nel Paese per una realtà manufatturiera – chiedendo alla proprietà di diventare azionisti dell’impresa. Per finanziarsi, e aiutare l’azienda ad uscire dalla crisi, hanno avviato un progetto di crowdfunding. Dalla Sierra Leone arriva quindi un appello di solidarietà per aiutare una comunità di lavoratori a rimettere in moto l’economia del Paese, e a dare speranza nel futuro a tanti agricoltori che non vogliono abbandonare la terra natia. Il tempo, in questo caso, è vitale, entro Natale il destino dell’azienda sarà deciso. Oltre a partecipare al progetto di crowdfunding, si può aiutare condividendo la campagna attraverso i social network, oppure parlandone in famiglia, con gli amici o con i colleghi. Tutto per dare ancora una possibilità alla Sierra Leone, all’azienda e ai lavoratori di AWC!

Claudio Scotto con una scolaresca in visita all'aziendaUn progetto di lavoro sostenibile e solidale che ha dato i suoi frutti. A raccontarci in modo più approfondito la storia di Africa Felix Juice è l’imprenditore che l’ha fondata, l’italo-svizzero Claudio Scotto (nella foto a sx mentre spiega l’attività dell’azienda a una scolaresca in visita), quarantottenne con una pluriennale esperienza manageriale in Italia e all’estero, da una ventina d’anni residente a Londra insieme alla famiglia.

Claudio, innanzitutto, può farci conoscere meglio la Sierra Leone?
mappaOggi è uno dei Paesi più poveri al mondo, in cui vivono circa 6 milioni di persone di diversa etnia, ma durante l’impero britannico ha avuto un ruolo importante. Basti pensare che dalla capitale Freetown, che deve il nome al fatto che è stato il più grande insediamento di schiavi liberati in Africa, per vent’anni l’impero ha coordinato gli immensi territori di Nigeria e Ghana. L’indipendenza del Paese è arrivata nel 1961 e, con essa, un grande senso di ottimismo. Il paese era ricco di materie prime e Freetown era conosciuta per essere l’ “Atene d’Africa”, sede della prima università a Sud del Sahara. Tra shock economici provocati dalla caduta dei prezzi delle materie prime e da una corruzione rampante, la situazione è andata via via peggiorando fino ad arrivare alla guerra civile (1991-2001), che ha generato mostri tristemente noti alle cronache, come i famosi “diamanti di sangue”, la cui estrazione andava a finanziare la guerra, e le mani tagliate agli oppositori dei gruppi ribelli. Con la pace è arrivata la democrazia e l’economia si è risollevata, fino al dramma di Ebola degli ultimi 18 mesi, quando 4000 persone sono morte e il Paese è rimasto paralizzato, quasi in quarantena.

Com’è nata l’azienda?
AFJ è nata nel 2010 su mia iniziativa, volevo realizzare in Africa un lavoro sostenibile e solidale e un prodotto che potesse essere esportato. La mia idea di produrre concentrato di succo di frutta ha trovato il supporto dei proprietari della prima Zona Economica Speciale per l’Export nel Paese (First Step), nonché dei costruttori dei macchinari per la produzione, un’azienda italiana, la Tropical Food Machinery di Busseto, in provincia di Parma. Il progetto è partito grazie anche ad un finanziamento a fondo perduto condizionato da parte del Governo olandese. Da maggio 2011, l’azienda produce concentrato di mango, ananas e papaya destinato al mercato europeo e africano. I clienti sono imbottigliatori in Olanda, Germania, Spagna, Francia, Ghana, Nigeria e Marocco. Dal 2012, l’azienda è certificata SGF, un sistema di controllo qualità specifico del settore succhi operato da un organismo indipendente tedesco, che ha dimostrato come gli standard produttivi possono essere, anche in Africa, gli stessi dell’Europa.contadini con papaya Oltre ai 44 dipendenti, l’azienda dà reddito a circa 4000 contadini, per la maggior parte piccoli (nella foto a dx contadini con papaya gialla). AFJ ha fatto propri i valori di correttezza e rispetto verso i lavoratori. Dunque, abbiamo sempre assicurato pari opportunità nel lavoro, abbiamo bandito il lavoro minorile – sembra scontato ma in Africa non è così – e riservato un trattamento equo ai lavoratori, assicurando loro un salario più alto del 30% rispetto al salario minimo legale.

Quando sono iniziati i problemi?
L’azienda stava superando una situazione difficile – prezzi internazionali bassi del prodotto finito, tasso di cambio sfavorevole, 23% di tasso d’interesse alla banca locale e alcuni problemi iniziali di produzione  – quando dalla Primavera 2014 è arrivata l’epidemia di Ebola. Nessuno dei nostri dipendenti per fortuna è stato contagiato, ed anche i villaggi circostanti non sono stati toccati dal virus, ma il Paese ha praticamente smesso di funzionare ed esportare è diventato estremamente difficile. Di conseguenza, il credito bancario è venuto meno e l’azienda si è trovata in difficoltà.

Si aspettava la reazione dei dipendenti?
E’ stata una grande e commovente sorpresa quando hanno chiesto di unirsi in Cooperativa e partecipare alla gestione dell’azienda. Gli altri soci sono stati immediatamente d’accordo. I lavoratori sono stati di grande aiuto per l’impresa, gran parte di loro hanno costruito i locali della fabbrica, e nel tempo è cresciuta la loro professionalità. Dunque nessuno di loro vuole perdere una realtà a cui sentono di appartenere, qualcosa che hanno visto crescere di giorno in giorno, letteralmente.