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Salvaguardia dell’ambiente/2. La cultura del fosso

(di Marina Meneguzzi, socio ARGAV) Durante l’ultimo incontro formativo ARGAV, tenutosi lo scorso 11 maggio al circolo di campagna Wigwam Arzerello di Piove di Sacco (Pd), abbiamo avuto l’occasione di conoscere un progetto molto interessante, il quaderno Wigwam “La cultura del fosso”, condotto dall’Istituto Wigwam di Studi e Ricerche (www.wigwam.it).

Il fosso, un “bene” da recuperare in campagna. A parlarcene sono stati Efrem Tassinato, presidente dell’Associazione Italiana dei Clubs Wigwam (nonché tesoriere Unaga) e Adriano Smonker, autore dei testi della pubblicazione, di seguito riportati. “Si tratta – racconta Smonker – di un progetto rivolto soprattutto ai ragazzi, ma non solo, e cerca di porsi come contributo alla soluzione del problema della generale caduta di attenzione nella corretta manutenzione dei fossi e più in generale della rete  idraulica. Il fosso, con tutte le sue componenti, rappresenta, infatti, una dimensione da recuperare in campagna: innanzi tutto come modello di regolazione delle acque, ma poi anche come sistema in grado di salvaguardare e incrementare la biodiversità del territorio. Il dissesto idrogeologico, gli allagamenti, le esondazioni che si sono verificate negli ultimi anni ed in particolare nel novembre 2010 in Veneto, indicano come l’attuale assetto del territorio, Laguna di Venezia compresa, sia il risultato di opere create dall’uomo: un sistema che però va continuamente tenuto sotto controllo e reso oggetto di adeguate manutenzioni pena il suo decadimento. Da un punto di vista ambientale, poi, il fosso manda un duplice messaggio: il primo è che l’acqua deve essere rispettata e deve avere garantiti i propri spazi, il secondo che i fossati sono importanti perché contribuiscono a creare un bel paesaggio rurale e a mantenere un ambiente culturale che si è sviluppato anche grazie ad essi”.

Nonno, mi racconti cosa sono i fossi? Per ragionare su questo tema è stato proposto ai ragazzi delle scuole medie del padovano di partecipare al concorso Wigwam “La cultura del fosso” con lo svolgimento di un tema che raccogliesse testimonianze e storie di vita sull’ambiente dei fossi. A vincere il concorso sono stati Giorgia Alfonsi e Riccardo Smaniotto, due ragazzi della scuola media di “Tiepolo” di Cartura che sono stati premiati lo scorso 16 maggio 2011 dalla Provincia di Padova assieme ai loro compagni di classe e ai loro professori. Ecco il video della premiazione:

Claudio Garbo, vicesindaco e assessore all'Ambiente di Due Carrare (Pd), portavoce rete Wigwam comuni per lo Sviluppo Solidale e Sostenibile

Amministrazioni locali essenziali per mantenere viva la cultura del fosso. Legato al alla pubblicazione e al concorso “La cultura del fosso”, anche il progetto SIS (Sicurezza idraulica per la Saccisica, territorio questo a sud-est di Padova da sempre “conteso” all’uomo dall’acqua) che l’Istituto Wigwam di Studi e Ricerche sta conducendo in collaborazione con la Provincia di Padova e i Comuni del Sud-Est padovano. A parlarcene, Claudio Garbo, portavoce della rete Wigwam dei Comuni per lo Sviluppo Solidale e Sostenibile, che ci porta l’esperienza in fatto di salvaguardia dei fossi fatta a Due Carrare, comune del padovano, dove Garbo è vicesindaco e assessore all’Ambiente.

Comune di Due Carrare, un esempio di “cultura del fosso” da seguire. “L’inziativa lanciata dall’associazione WIGWAM nell’ambito del progetto SIS, a cui aderisce anche il comune di Due Carrare – racconta Garbo -, conta attualmente circa 20 comuni aderenti e si prefigge, partendo dalle amministrazioni locali, la soluzione del problema della sicurezza idraulica dei territori anche in accordo con i Consorzi di Bonifica e tutti gli enti superiori”. “Per quanto riguarda il Comune di Due Carrare – continua Garbo – nel 2009 l’assessorato all’Ambiente ha effettuato la completa mappatura della rete terziaria di fossature, che nel nostro territorio si estende per ca 260 km. Obiettivo di tale studio, in parte finanziato con fondi della Provincia di Padova ed erogati attraverso il Consorzio di bonifica Bacchiglione, era l’inquadratura capillare di tutta la rete in questione e la costituzione di un archivio informatizzato da poter essere consultato nel tempo. Infine, l’elaborazione di una mappa delle eventuali criticità esistenti nel territorio”.

Fosso, elemento base di sviluppo e protezione ambientale. “Far circolare acqua di buona qualità nella rete dei fossi – afferma Garbo -, contribuisce a ottenere risultati di vivibilità elevati ed è anche per questo che l’assessorato all’Ambiente di Due Carrare continua ad impegnarsi per raggiungere l’ambito obiettivo di poter far circolare l’acqua corrente nel territorio. Negli ultimi 2 anni, con interventi mirati al ripristino, siamo arrivati a una copertura  di circa il 65% e alla costruzione di piccole opere idrauliche che possono garantire ex novo la circolazione dell’acqua corrente”. “Consideriamo il fosso come un elemento base dello sviluppo e della protezione dell’ambiente che ci circonda – conclude Garbo – e la cultura ad esso legata ci deve portare ad investire nella sua funzionalità per saper prevenire le gravi problematiche legate alle maggiori precipitazioni e ad una sempre più importante ed imprescindibile protezione ambientale. Per questo ci stiamo impegnando , anche attraverso le scuole e con un’adeguata informazione, ad una maggiore diffusione del valore che i fossi rivestono per l’intero equilibrio ambientale”.

Convegno Coldiretti Rovigo: i terreni agricoli non sono spazi vuoti da occupare

partecipanti al Convegno Coldiretti Rovigo "Crisi come guardare oltre"

Maggiori controlli in difesa dell’italianità dei prodotti, riposizionamento dell’impresa agricola nella filiera agroalimentare, l’opportunità per la Regione Veneto di partecipare o meno al capitale delle società di distribuzione agroalimentare, il connubio tra prodotti agroalimentari e turismo veneto: queste le tematiche toccate dal convegno di Coldiretti “Crisi, come guardare oltre”, che si è svolto il 3 febbraio scorso all’Interporto di Rovigo, e che ha mostrato come il settore primario, sfiancato dalla caduta libera dei prezzi alla produzione, abbia in realtà voglia e idee per continuare a “fare impresa”.

Le risorse devono ritornare a chi ha fatto dell’azienda agricola uno scopo di vita. Molti gli spunti offerti dai relatori, dal

Valentino Bosco, Presidente Coldiretti Rovigo

presidente di Coldiretti Rovigo, Valentino Bosco, all’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, da Pietro Sandali economista di Coldiretti nazionale, all’assessore provinciale Claudio Bellan, a Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto. «Non svendiamo la biodiversità del nostro territorio che è la potenzialità di fare imprenditoria – ha detto il presidente Valentino Bosco, ribadendo la contrarietà agli Ogm -. I terreni non sono spazi vuoti da occupare, dove chiunque può arrivare e costruire una discarica o un parco fotovoltaico, ma sono gli strumenti di lavoro degli imprenditori agricoli. Chiediamo alla politica di fare delle scelte. C’è il rischio del latifondismo – ha aggiunto il presidente di Coldiretti Rovigo – perché chi ha liquidità investe in terreni e pur facendo un altro mestiere incassa i contributi Pac. Io credo che in un momento difficile come questo, le poche risorse debbano andare a chi dell’azienda agricola ha fatto uno scopo di vita. Perché – ha chiesto Bosco incassando l’applauso a scena aperta – la previdenza agricola deve essere pagata soltanto dagli agricoltori? Tutti quelli che possiedono un terreno dovrebbero almeno pagare un contributo di solidarietà».

Franco Manzato, Assessore Regione Veneto all'agricoltura

Vendita diretta dei prodotti nei Consorzi agrari. Trasparenza del mercato e nelle filiere, programmazioni di lungo respiro, attuazione concreta della “legge regionale km zero” sono alcuni degli altri temi toccati dal presidente, mentre il vicegovernatore Franco Manzato ha spostato l’attenzione sulla funzione del settore pubblico in agricoltura, ventilando l’ipotesi di investire direttamente nella vendita dei prodotti. «Il 60% delle presenze turistiche in Veneto – ha spiegato Manzato – è attratto dal nostro agroalimentare. In Regione stiamo discutendo la possibilità, secondo una proposta di Coldiretti, di coinvolgere i consorzi agrari come punti di vendita e promozione del sistema agroalimentare veneto collegandolo al turismo, sotto il marchio “Tra terra e cielo”, che ne garantisca l’origine. Il nostro turismo insieme ai nostri prodotti sono una formidabile “macchina da guerra”, che, diretta da una strategia della Regione, può far vendere i prodotti in Veneto e fuori. Sappiamo che il 75% dei consumatori sarebbe disposto a pagare di più un prodotto che fosse garantito come italiano, quindi c’è un grande potenziale di sviluppo per la nostra agricoltura». «Dobbiamo finire col “nanismo politico” – ha aggiunto – e intervenire con una politica aggressiva, che non sia solo contributi e finanziamenti, ma che ridisegni lo scenario dell’agricoltura del futuro». Quindi Manzato ha parlato del disciplinare del “latte veneto” e dei marchi di riconoscimento regionali; della sburocratizzazione con lo sportello unico e della necessità che i dirigenti regionali vadano nelle aziende per rendersi conto delle problematiche reali.

Una filiera tutta agricola e italiana. Pietro Sandali di Coldiretti nazionale ha ricordato lo stato di attuazione del progetto dell’organizzazione per una “filiera tutta agricola e tutta italiana”, che passa per la fusione col sistema cooperativo Unci, diventato Unci-Coldiretti, per la riorganizzazione della rete dei Consorzi agrari e per la “vendita diretta organizzata” (Vdo), composta da farmers market e aziende, che presto opereranno sotto un marchio di riconoscimento con la denominazione “Campagna Amica”. «Le intenzioni sono buone – ha affermato Giorgio Piazza, chiudendo il convegno – ma mi pare che l’agricoltura sia ancora un settore di risulta e quindi da rapinare liberamente, nel suo territorio, nelle aziende, nel valore dei prodotti, perché tanto è l’unico settore dove i prezzi sono fatti non da chi produce, ma da chi commercializza o trasforma. L’agricoltura deve diventare settore strategico anche nei fatti, perché produce sicurezza, qualità, identità storica e culturale. E questi – ha concluso il presidente di Coldiretti Veneto – sono valori per tutti i cittadini».

(fonte Coldiretti Rovigo)