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Cavolo cappuccio, ortaggio amato da tutti, specie nella varietà dalla testa appuntita

Tra la stagione delle insalate e quella dei radicchi nel Veneto si inseriscono i cavoli cappucci che fanno cerniera tra i due ortaggi. Coprono, in particolare, il periodo in cui vengono a scarseggiare le insalate e non sono ancora pronti i radicchi. E’ una verdura interessante per i coltivatori. Si mantiene sostanzialmente stabile quanto a prezzo, e dà la possibilità di rotazione con altre prodotti a beneficio della salubrità dei terreni a orto. E’ quanto accade sul litorale adriatico nell’area che va da Chioggia (Venezia) a Rosolina (Rovigo).

L’esperienza di un coltivatore OPO Veneto. Tra i produttori di cavoli cappucci emerge Alessandro Boscarato, una bella azienda a Sant’Anna di Chioggia, socio OPO Veneto. “L’ortaggio – egli sottolinea – non dà un grande rendimento, ma il prezzo è stabile e ritengo questo molto positivo. Ci sono problemi soltanto quando c’è un eccesso di offerta, che si dovrebbe prevenire attraverso un’oculata azione di programmazione della produzione. I nostri crauti, comunque, si stanno comportando in questo momento bene sul mercato”.

Crauto, kraut, cavolo cappuccio. Una nota a questo punto: a Chioggia e dintorni l’ortaggio è chiamato crauto, termine con il quale si intende la pianta e non il prodotto generalmente conosciuto come crauto, che è il risultato del processo di fermentazione lattica naturale al quale il cavolo cappuccio viene sottoposto. La parola deriva dal tedesco kraut che significa erba, ortaggi, ma che finì per definire il crauto, una specialità che va forte nelle regioni nordiche, in particolare in quelle di lingua tedesca. Il cavolo cappuccio, di fatto, si trova tutto l’anno. Adesso è tempo della varietà autunnale. Sono tantissime le cultivar di cavoli, pianta della famiglia delle cruciferae. Nel Veneto si stanno allargando le varietà dalla testa appuntita, che sono, stando ai dati OPO Veneto (organizzazione di produttori) anche i più richiesti dai consumatori per delicatezza, tenerezza e sapidità. Può essere gustato crudo in insalata, cotto, lavorato, come crauto. Consumi consolidati, il prezzo attuale alla produzione si avvicina ai 50 centesimi al chilo. E’ valutato per il basso contenuto calorico e per proprietà salutistiche. E’ un amico della salute e un valido supporto alle difese organiche. Fa bene. L’ortaggio è antichissimo. Già più di duemila anni fa Catone il Censore, politico e scrittore dell’antica Roma, lo definiva “La prima di tutte le verdure”. Due secoli più tardi Columella, scrittore romano di agricoltura (suo è il De re rustica) ne esaltava la democraticità: “Un ortaggio adatto al volgo e al re sul suo trono”. Un buon cibo per tutti.

(fonte: OPO Veneto)