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Tutela web denominazioni d’origine, coinvolta la Commissione europea

On.-Scott+á-24-11-2011

L’europarlamentare Giancarlo Scottà

I rischi legati alle future attribuzioni dei domini internet .wine e .vin da parte dell’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, l’ente internazionale che ha l’incarico di assegnare gli indirizzi IP della rete Interent, e il possibile rischio della mancata tutela delle denominazioni d’origine nel web: questo il tema affrontato nel seminario che si è tenuto nei giorni scoris nella sede dell’Ufficio d’informazione del Parlamento Europeo a Milano, dal titolo: “La tutela delle denominazioni di origine nella nuova era di Internet” organizzato da MFSD, il centro di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di proprietà industriale.

Partecipanti. L’appuntamento, patrocinato da EXPO 2015 e a cui hanno preso parte più di cinquanta esperti del settore, ha visto tra i relatori l’eurodeputato veneto Giancarlo Scottà, la lussemburghese Astrid Lulling, presidente dell’Intergruppo Vini al Parlamento europeo, Lars Erik Forsberg, vice capo dell’unità internazionale della DG Connect alla Commissione europea, Riccardo Ricci Curbastro, pPresidente delle Federazione Europea dei Vini d’Origine (EFOW) e Rita Forsi, del ministero dello Sviluppo Economico, rappresentante aggiunto in GAC (Governmental Advisory Committee).

Scottà: Internet, rischio calderone. “La tradizione di un territorio, che passa anche dal gusto e dal profumo di un buon vino – ha esordito Scottà – non può e non deve essere messa in un angolo in quel gran calderone che è Internet, per questo dobbiamo cercare di vincere la battaglia che stiamo portando avanti in seno all’ICANN sulle attribuzioni dei domini internet .wine e .vin”. “Nonostante la stessa Commissione stia lavorando per tutelare le nostre denominazioni, non è ancora il momento di abbassare la guardia e il Parlamento continuerà a fungere da osservatore attento nell’andamento degli accordi”, ha proseguito Scottà, dichiarandosi a fianco della EFOW, dei consumatori e dei governi maggiormente coinvolti nella questione affinché venga garantita la piena trasparenza dei negoziati.

Da presidiare la tutela delle denominazioni d’origine. Lulling ha chiesto alla Commissione la possibilità di escludere da una possibile assegnazione dei domini quelle società che nulla hanno a che vedere con il settore vinicolo, alla luce del fatto che tre società non del settore si sono dimostrate interessate all’acquisto dei domini. Forsberg, dopo aver precisato che i Paesi da cui la Commissione sta ricevendo maggior sostegno in sede ICANN sono Spagna, Francia e Italia, quelli più direttamente coinvolti nella questione, ha fatto riferimento alla lettera della titolare Ue per l’agenda digitale, Neelie Kroes, indirizzata all’ICANN, in cui si assicura la ferma volontà dell’Ue di non cedere sulla questione dei domini .wine e .vin fino a quando non saranno garantite misure di protezione adeguate.

A fine marzo il prossimo meeting ICANN. Ricci Curbastro ha sottolineato che la EFOW è da sempre a fianco dei produttori nella loro battaglia per la tutela delle denominazioni d’origine, ma che non può combattere da sola su questo terreno contro i colossi ed inoltre questo problema investe anche interessi europei ben più diffusi rispetto al vino, ad esempio .parigi o .roma. Rita Forsi, infine, ha esposto il lavoro fatto finora all’interno del GAC dalla componente italiana, sottolineando, però, come non sia ancora possibile prevedere il risultato del prossimo meeting ICANN di Singapore (23 – 27 marzo). Ad ogni modo, Forsi ha evidenziato il fatto che ci sia, sul tema, il massimo accordo tra tutti gli stakeholder pubblici e privati.  “Dal seminario – ha concluso Scottà – è emersa grande soddisfazione per essere riusciti a portare a un unico tavolo tutte le parti coinvolte nei negoziati, e soprattutto per la determinazione espressa dalla Commissione europea nel non voler cedere in tema di tutela delle denominazioni d’origine”.

(Fonte: Segreteria Europarlamentare Scottà)