
M.Lodovica Gollino e Paola Sidoti
(di Maurizio Drago, socio ARGAV) La collana di libri Coltura e Cultura si arricchisce di un nuovo lavoro. Il libro “Le insalate” , edito da Bayer CropScience è stato presentato a Napoli a un folto gruppo di giornalisti della stampa specializzata in occasione della Fiera Agrosud Napoli svoltasi nei primi giorni di marzo.
Un libro di oltre 600 pagine che parla di insalate. L’Italia è il primo produttore in Europa e terzo nel mondo e gli italiani si sono confermati i piu’ grandi consumatori di insalate nel mondo. Per la prima volta 67 fra i maggiori esperti delle insalate nel nostro Paese hanno fotografato ogni aspetto di questa coltura: botanica, coltivazione, valore nutrizionale, mercati, storia, paesaggi, ricette. Il libro “Le insalate” (costo € 69,00) spiega come un alimento da sempre considerato “povero” (l’insalata è formata per il 95% da acqua), in pochi anni ha saputo trasformarsi da Cenerentola a principessa in agricoltura. Un certo merito va dato anche alla nascita della quarta gamma (le insalate confezionate) che ha aggiunto a un prodotto un servizio di praticità. Ma per portare sulla tavola le insalate tagliate, lavate e imbustate – dice la professoressa Maria Ludovica Gullino dell’Università di Torino e coordinatrice scientifica del volume – sono state necessarie innovazioni avanzatissime nella selezione delle varietà, coltivazione e tecnica post-raccolta e conservazione che hanno coinvolto ricercatori e produttori, risultato di una produzione sofisticata e di grandissima qualità”. La quarta gamma incide in Italia con un fatturato annuo di circa 900 milioni di euro.

Serre di insalata all’Ortomad di Salerno
Di insalate ce ne sono in grande quantità, differenze, tipologie. Vengono generalmente suddivise in lattughe (quelle che si mangiano crude) e cicorie (quelle generalmente cotte). Paola Sidoti, responsabile in Italia della comunicazione di Bayer CropScience (azienda leader nell’innovazione degli agro farmaci, investe ogni anno il 10% del suo fatturato alla ricerca), ha sottolineato: “Crediamo fortemente in questo lavoro di ricerca, per divulgare al meglio le informazioni”. Tuttavia la storia delle insalate è antichissima e, nel corso dei secoli, si è modificato il modo di mangiare le insalate. Gli antichi romani erano ghiottissimi di insalate che le condivano con il garum, una salsa liquida di interiora di pesce salato (sardine, acciughe e alici pressate), come pure la rucola, le lattughe dalle varie denominazioni.

panel test insalata Lusia Igp con i giornalisti ARGAV
La Regione Veneto è ricca di insalate tutelate dal marchio europeo IGP. Famoso è il radicchio di Chioggia Igp, come pure il radicchio rosso di Treviso igp tardivo, il radicchio variegato di Castelfranco Igp e l’insalata di Lusia igp, tanto per citare alcuni esempi. E per mangiare una buona insalata c’è chi dice che bisogna seguire questa massima: un avaro deve pensare all’aceto, un prodigo all’olio (extra vergine di oliva, aggiungiamo noi), un saggio al sale, un giudizioso al pepe, mentre il compito di rimestare il tutto deve essere affidato a un pazzo.
Filed under: Alimentazione, Libri, Orticoltura | Tagged: Le Insalate Coltura e Cultura BayerCroScience, Maurizio Drago | Leave a comment »