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Consorzi di bonifica del Veneto: salvaguardia del territorio e gestione dell’acqua affidate agli agricoltori

La tabella elezioni elaborata da Coldiretti Veneto

Con otto presidenti su dieci, Coldiretti si conferma leader nel governo dei Consorzi di Bonifica  del Veneto. A dicembre, dopo la tornata elettorale le liste gialle di Campagna Amica avevano ottenuto la maggioranza assoluta in gran parte degli enti consortili, ponendo le basi per un  successo che consegna la salvaguardia del territorio e la gestione dell’acqua in mano agli agricoltori per altri cinque anni.

Agricoltori in prima linea. In questi mesi si è giocata una partita che inizialmente sembrava facile – sostiene Giorgio Piazza presidente di Coldiretti Veneto – ma varie pressioni di ogni genere volevano indurre i rappresentanti agricoli  a defilarsi, per favorire soggetti legati alla politica. Ma, forte del consenso la componente rurale ha prevalso nella nomina dei consigli di amministrazione, tanto da assegnare il 75% dei seggi ai rappresentanti di Coldiretti.

Le prossime sfide dei Consorzi. Chiusa questa fase -non senza polemiche- sono molte le sfide che ora i rinnovati consorzi devono affrontare – continua  Piazza riferendosi alla legge 12 del 2009 che oltre ad aver dimezzato le strutture, offre validi strumenti per risolvere le questioni inerenti alla sicurezza idraulica, alla qualità degli approvvigionamenti idrici fondamentali per le produzioni tipiche del Veneto e alle molteplici funzioni ambientali dalla rete idraulica minore”.

Acque prelevate per irrigazione, 400 metricubi al secondo. In sei province della regione i dieci Consorzi sovraintendono a 1,1 milioni di ettari, di cui 0,5 vulnerabili dal punto di vista idraulico (sotto il livello del mare e ad allagamento certo senza pompaggio). La superficie irrigua sfiora 0,6 milioni di ettari e le acque prelevate nei periodi di punta per l’irrigazione toccano, nel complesso, una portata di 400 metricubi al secondo. La popolazione residente nei comprensori di bonifica è di 3,8 milioni di persone.

(fonte Coldiretti Veneto)

Convegno Coldiretti Rovigo: i terreni agricoli non sono spazi vuoti da occupare

partecipanti al Convegno Coldiretti Rovigo "Crisi come guardare oltre"

Maggiori controlli in difesa dell’italianità dei prodotti, riposizionamento dell’impresa agricola nella filiera agroalimentare, l’opportunità per la Regione Veneto di partecipare o meno al capitale delle società di distribuzione agroalimentare, il connubio tra prodotti agroalimentari e turismo veneto: queste le tematiche toccate dal convegno di Coldiretti “Crisi, come guardare oltre”, che si è svolto il 3 febbraio scorso all’Interporto di Rovigo, e che ha mostrato come il settore primario, sfiancato dalla caduta libera dei prezzi alla produzione, abbia in realtà voglia e idee per continuare a “fare impresa”.

Le risorse devono ritornare a chi ha fatto dell’azienda agricola uno scopo di vita. Molti gli spunti offerti dai relatori, dal

Valentino Bosco, Presidente Coldiretti Rovigo

presidente di Coldiretti Rovigo, Valentino Bosco, all’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato, da Pietro Sandali economista di Coldiretti nazionale, all’assessore provinciale Claudio Bellan, a Giorgio Piazza, presidente di Coldiretti Veneto. «Non svendiamo la biodiversità del nostro territorio che è la potenzialità di fare imprenditoria – ha detto il presidente Valentino Bosco, ribadendo la contrarietà agli Ogm -. I terreni non sono spazi vuoti da occupare, dove chiunque può arrivare e costruire una discarica o un parco fotovoltaico, ma sono gli strumenti di lavoro degli imprenditori agricoli. Chiediamo alla politica di fare delle scelte. C’è il rischio del latifondismo – ha aggiunto il presidente di Coldiretti Rovigo – perché chi ha liquidità investe in terreni e pur facendo un altro mestiere incassa i contributi Pac. Io credo che in un momento difficile come questo, le poche risorse debbano andare a chi dell’azienda agricola ha fatto uno scopo di vita. Perché – ha chiesto Bosco incassando l’applauso a scena aperta – la previdenza agricola deve essere pagata soltanto dagli agricoltori? Tutti quelli che possiedono un terreno dovrebbero almeno pagare un contributo di solidarietà».

Franco Manzato, Assessore Regione Veneto all'agricoltura

Vendita diretta dei prodotti nei Consorzi agrari. Trasparenza del mercato e nelle filiere, programmazioni di lungo respiro, attuazione concreta della “legge regionale km zero” sono alcuni degli altri temi toccati dal presidente, mentre il vicegovernatore Franco Manzato ha spostato l’attenzione sulla funzione del settore pubblico in agricoltura, ventilando l’ipotesi di investire direttamente nella vendita dei prodotti. «Il 60% delle presenze turistiche in Veneto – ha spiegato Manzato – è attratto dal nostro agroalimentare. In Regione stiamo discutendo la possibilità, secondo una proposta di Coldiretti, di coinvolgere i consorzi agrari come punti di vendita e promozione del sistema agroalimentare veneto collegandolo al turismo, sotto il marchio “Tra terra e cielo”, che ne garantisca l’origine. Il nostro turismo insieme ai nostri prodotti sono una formidabile “macchina da guerra”, che, diretta da una strategia della Regione, può far vendere i prodotti in Veneto e fuori. Sappiamo che il 75% dei consumatori sarebbe disposto a pagare di più un prodotto che fosse garantito come italiano, quindi c’è un grande potenziale di sviluppo per la nostra agricoltura». «Dobbiamo finire col “nanismo politico” – ha aggiunto – e intervenire con una politica aggressiva, che non sia solo contributi e finanziamenti, ma che ridisegni lo scenario dell’agricoltura del futuro». Quindi Manzato ha parlato del disciplinare del “latte veneto” e dei marchi di riconoscimento regionali; della sburocratizzazione con lo sportello unico e della necessità che i dirigenti regionali vadano nelle aziende per rendersi conto delle problematiche reali.

Una filiera tutta agricola e italiana. Pietro Sandali di Coldiretti nazionale ha ricordato lo stato di attuazione del progetto dell’organizzazione per una “filiera tutta agricola e tutta italiana”, che passa per la fusione col sistema cooperativo Unci, diventato Unci-Coldiretti, per la riorganizzazione della rete dei Consorzi agrari e per la “vendita diretta organizzata” (Vdo), composta da farmers market e aziende, che presto opereranno sotto un marchio di riconoscimento con la denominazione “Campagna Amica”. «Le intenzioni sono buone – ha affermato Giorgio Piazza, chiudendo il convegno – ma mi pare che l’agricoltura sia ancora un settore di risulta e quindi da rapinare liberamente, nel suo territorio, nelle aziende, nel valore dei prodotti, perché tanto è l’unico settore dove i prezzi sono fatti non da chi produce, ma da chi commercializza o trasforma. L’agricoltura deve diventare settore strategico anche nei fatti, perché produce sicurezza, qualità, identità storica e culturale. E questi – ha concluso il presidente di Coldiretti Veneto – sono valori per tutti i cittadini».

(fonte Coldiretti Rovigo)