
Paolo Barbiero (al centro della foto) spiega ai soci Argav l’attività del frantoio di Valnogaredo
(di Emanuele Cenghiaro, consigliere Argav) Nel 2016 la produzione di olio dei Colli Euganei, in provincia di Padova, non ha subito cali, a differenza di quanto accaduto in molte altre regioni italiane. E il Frantoio di Valnogaredo di Cinto Euganeo, il più vecchio tra quelli in funzione nell’area euganea, visitato dai soci Argav lo scorso novembre, a detta del titolare Paolo Barbiero ha registrato un aumento di produzione importante, grazie al territorio vocato e ai trattamenti fatti al momento giusto.

Cultivar Rasara frantoio Valnogaredo
Non ci sono solo vino e giuggiole, insomma, nei colli padovani. “In realtà i Colli Euganei sono una zona di grandi potenzialità per l’olio e pare che fossero conosciuti come tali anche in epoca romana – spiega Barbiero, che è stato socio fondatore della Dop Veneto – ma a portare l’olio in epoca moderna furono i veneziani, che nei loro viaggi nel Mediterraneo avevano compreso l’importanza di questo prodotto e iniziarono a coltivarlo nelle colline venete”. Ma cos’ha di diverso l’olio degli Euganei? A differenza di altri oli, anche veneti, si caratterizza per un carattere più robusto nel sapore. Una struttura più amara e piccante, ma allo stesso tempo equilibrata, che piace. Tipica varietà locale è la “Rasara”, autoctona, molto simile alla più diffusa varietà “Frantoio” ma più robusta e resistente al freddo. Lungo le pendici degli Euganei se ne possono ancora trovare piante secolari accanto alle più recenti della specie “Leccino”.
L’ulivo ama il terreno calcareo e sugli Euganei lo ritrova soprattutto nella fascia di mezzo monte, a scaglia rossa e bianca. Anche gli importanti sbalzi termici favoriscono lo sviluppo di aromi e profumi particolari nelle olive così come nel vino. E l’abbinata vino-olio di oliva è sempre più gradita dai turisti tanto che gran parte delle cantine e aziende agricole hanno inserito il prodotto nella propria offerta e piantato uliveti. È salito il numero dei frantoi, ormai una mezza dozzina, tutti di piccole dimensioni. Quello di Valnogaredo è forse il principale, nelle annate buone come questa lavora tra gli 8 e i 10mila quintali di olive. Esiste dal 1960, quando Oreste Barbiero, padre di Paolo, acquistò l’attività dai proprietari della villa dei Contarini. ”Nel podere della famiglia veneziana si produceva olio almeno dal Settecento – continua il titolare – e sono ancora visibili le vasche impiegate per la lavorazione. Mio padre avviò invece l’attività in quelle che erano le scuderie della villa dei Contarini, acquistando nuovi macchinari tra cui la macina in pietra che utilizziamo ancora oggi per la spremitura a freddo delle olive. Più di recente vi abbiamo affiancato una moderna macchina a estrazione continua“.
Olio come unguento di bellezza. I Barbiero oggi possiedono circa 4mila piante di olive, con cui fanno olio sia Dop, chiamato “Olio dei Dogi”, e uno non a marchio prodotto con olive anche dei colli Berici e, in minima parte, veronesi, acquistate da piccoli conferitori. Metà del lavoro, febbrile nel mese in cui dura la “campagna delle olive”, tra fine ottobre e metà novembre, è per conto terzi, ovvero aziende che portano qui le loro olive e poi si portano via l’olio che commercializzano autonomamente. L’olio di Valnogaredo diventa ingrediente anche per creme e prodotti per l’igiene e la cosmesi, preparati da un laboratorio di Padova, nonché per dolci e varie salse. Si possono poi acquistare uno speciale olio aromatizzato al limone e uno all’arancia, ottimi per condire il pesce o insaporire insalate. Tutti i prodotti sono commercializzati nel punto vendita di via Mantovane a Valnogaredo o sul sito http://www.frantoiovalnogaredo.it
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