(di Fabrizio Stelluto, presidente ARGAV) Di fronte alla siccità vanno di moda i decaloghi sul risparmio idrico casalingo: utili, anzi utilissimi sempre, perché l’acqua è una risorsa preziosa. Fermarsi qui, però, equivale a guardare il dito, invece che la luna. Attenzione, quindi alle distrazioni di massa, perchè oggi il problema non sono le condutture degli acquedotti, che perdono (uno scandalo di inefficienza), ma è che non c’e’ più acqua da fare scorrere in tutte le tubature. E questo non è colpa di qualche rubinetto aperto troppo, ma dell’incapacità della classe politica ed in primis dei governi di programmare la resilienza dei territori di fronte ad emergenze largamente annunciate dagli scienzati. Il Piano Invasi per raccogliere acqua piovana venne presentato dall’Associazione dei Consorzi di bonifica e dalla Struttura di Missione Italia Sicura nel 2017. Da allora nulla o quasi è stato fatto e non e’ stato neanche inserito nel PNRR, dove solo il 2% delle risorse è destinato ad infrastrutture idriche. Quindi, di cosa stiamo parlando?
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