I Ministri agricoli dei 28 Stati Membri, in occasione del Consiglio di maggio scorso, hanno discusso la proposta di regolamento sull’agricoltura biologica in vista di un accordo di orientamento generale, e in questo senso sono stati compiuti notevoli progressi su una serie di articoli.
Temporeggiamento. Tuttavia, alcuni Paesi hanno chiesto più tempo sottolineando la necessità di riflettere ulteriormente su alcune questioni sensibili, quali i controlli e la presenza di sostanze non autorizzate nei prodotti biologici. Si ricorda che la proposta mira a rivedere la normativa vigente in materia di produzione biologica e di etichettatura dei prodotti biologici, in modo da eliminare gli ostacoli allo sviluppo della produzione biologica nell’UE, garantire condizioni di concorrenza eque per gli agricoltori e gli operatori e migliorare la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici. Nonostante la disponibilità dimostrata complessivamente dagli Stati Membri per rendere possibile l’accordo, è apparso chiaro che alcune questioni particolarmente sensibili dovranno essere oggetto di ulteriori discussioni. Il Ministro lettone, Jānis Dūklavs, ha ricordato che la volontà è quella di giungere ad un accordo già nel prossimo Consiglio di giugno.
“Occorre evoluzione, non rivoluzione”. Al riguardo della revisione della legislazione europea in materia di produzione biologica, Copa-Cogeca, l’organizzazione agricola euroepa ricorda come il settore europeo stia crescendo velocemente, ma come allo stesso tempo debba fare i conti con un alto livello di burocrazia che frena l’innovazione. Per questo motivo, si legge in una nota: “occorre una semplice evoluzione e non una rivoluzione, affinché i 250.000 agricoltori biologici europei possano continuare a guadagnarsi da vivere. Accogliamo, dunque, favorevolmente alcuni dei cambiamenti apportati dalle Presidenze italiana (secondo semestre 2014) e lettone ai piani elaborati dalla Commissione europea, specialmente la volontà di mantenere nel settore le aziende miste, in quanto un divieto sarebbe un deterrente per gli agricoltori alla conversione verso l’agricoltura biologica”. Perciò, il requisito dei controlli annuali andrebbe mantenuto, in quanto aiuta a conservare un contatto regolare fra gli organismi di certificazione e gli operatori, tenuto conto dei rapidi cambiamenti al regolamento e della complessità del quadro normativo. Questo risulta essere importante per garantire la fiducia del consumatore nei confronti del logo biologico europeo. Inoltre, le condizioni per stabilire un livello specifico di declassificazione europeo per i prodotti biologici non sono state soddisfatte.
Fonte: Ufficio Stampa di Veneto Agricoltura Europe Direct Veneto
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