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Rigenerare spazi urbani per la salute, l’esempio di 4 “Comuni attivi” del Veneto

Graminacea in giardino(di Alessandro Bedin, consigliere Argav) Si è tenuto presso il Palazzo della Regione a Venezia la fase conclusiva del laboratorio “Rigenerare spazi urbani per la salute”, percorso iniziato prima del 2020 e  che ha coinvolto tecnici delle ULSS, insegnanti e dirigenti scolastici, tecnici e amministratori locali.

I risultati. Questo laboratorio ha prodotto una serie di osservazioni introdotte nel Piano Regionale di Prevenzione Sanitaria ma anche un ciclo di seminari tra il 2023 e il 2024 e la costituzione dei cosiddetti “Comuni Attivi” che basano le loro attività per promuovere la “Salute Urbana (Urban Health)”, attraverso il movimento (lo sport, 1 Km al giorno, gruppi di cammino, pratiche motorie ai parchi…), la rinaturalizzazione degli spazi esterni scolastici e l’uso delle aree verdi per i benefici multipli che possiamo avere con l’immersione nella Natura. Sono state presentate le attività di quattro comuni attivi (Tribano e Due Carrare in provincia di Padova, Vigonovo in provincia di Venezia e Feltre in provincia di Belluno), che hanno potuto illustrare quanto messo in atto nelle rispettive realtà per quanto riguarda soprattutto il movimento delle persone con innumerevoli progetti dai quali è emerso l’importanza delle relazioni tra le persone per migliorare lo stato di Salute.

Amministrare ciò che c’è o sviluppare ciò che è possibile? Il prof. Ripamonti, psicosociologo dell’università Cattolica di Milano è intervenuto poi illustrando alcuni concetti relativi alla Salute Globale prima di svolgere il ruolo di moderatore della tavola rotonda che ne è seguita con la partecipazione di alcuni dei relatori del ciclo di seminari che si sono tenuti tra l’autunno 2023 e giugno 2024. Il prof. Ripamonti ha illustrato una serie di concetti a partire dall’approccio diverso che ci può essere nell’attività di un Ente Locale rispetto l’Amministrare ciò che c’è (che è il minimo), o sviluppare ciò che è possibile, attraverso un processo creativo che consideri di poter avere delle “utopie ragionevoli“per migliorare il nostro piccolo pezzo di mondo (quelle “utopie”, che apparentemente sembrano tali ma spesso sono state messe in atto da altri comuni italiani o europei; quindi se qualcuno lo ha già fatto non sono utopie). Ha posto l’accento su come sia importante concentrarsi su cosa produce salute (fattori di salute), e che non si tratta solamente di prevenire le malattie; che metà delle famiglie milanesi è formata da una sola persona e che la solitudine fa male alla salute, fa somatizzare malattie. Come la società moderna produce un fenomeno definito “Malessere da Benessere”: in molti casi non si sta male, ma ci si sente male.

“Tre spazi” (anzi quattro). Ha quindi fatto presente che il concetto di salute (“completo stato di benessere psico-fisico e non solo assenza di malattie”), non risponde più alla realtà odierna. Salute, oggi, è uno “stato di equilibrio e adattamento anche alle malattie”, è anche saper convivere con malattie croniche. Ha puntato poi l’accento sui “tre spazi” che corrispondono agli ambienti della nostra vita: quello della casa, quello produttivo e il terzo spazio, quello pubblico. A questi tre spazi, poi, si è aggiunto il quarto: quello digitale nel quale si rifugiano spesso le persone sole, ma lo spazio che si è molto consumato/usurato/ridotto è lo spazio pubblico, ed è quanto mai necessario “rigenerare i luoghi del terzo spazio” anche per riaccendere le relazioni tra le persone. Ha ancora sottolineato come gli ambienti (il contesto – con-tessere), ci formano, nel bene e nel male. Non è quindi sufficiente fare movimento ma circondarci di ambienti favorevoli, belli, accattivanti che provocano il contagio sociale positivo. Gli spazi verdi (che fanno parte del terzo spazio), devono diventare luoghi curati creando meccanismi per creare contagio sociale positivo. Durante la tavola rotonda è emerso come una relazione importante sia anche con la Natura, che gli spazi verdi devono diventare luoghi verdi per il grande valore che Natura e alberi hanno in sé. Valore anche economico perché, come è stato dimostrato dalla letteratura, ogni € 2,00 spesi per promuovere la salute si ha un risparmio di € 13,00 e ogni € 1,00 investito nel verde urbano ha un ritorno turistico pari a € 3,00. E’ stato altresì rimarcato il concetto di “chilometro quadrato” attorno alle scuole composto da percorsi e aree stimolanti. Un funzionario della Direzione di pianificazione territoriale della Regione Veneto ha poi portato la testimonianza che con il nuovo Testo Unico Urbanistico, in via di approvazione, c’è un articolo specifico che rivede i cosiddetti standard urbanistici (DM 1444/1968, oramai superati), con il concetto nuovo e più attuale delle Dotazioni Territoriali, ma anche che sarà istituzionalizzato il tavolo tecnico sulle Infrastrutture verdi attivato dal 2021 ad oggi e di cui fanno parte vari partecipanti al workshop dell’Osservatorio Regionale Urban Health. Nel pomeriggio, suddivisi i partecipanti in gruppi di lavoro, sono stati evidenziati i problemi che ostacolano o frenano l’avvio di azioni Urban Health, ma anche che cosa può facilitarle. Servono sicuramente risorse umane e finanziarie ma è altrettanto importante crederci (avere la volontà di farlo), quindi comunicare.

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